Israele Estende il Controllo nel Golan: Le Minacce di Teheran Travolgono la Regione
2024-12-16
Autore: Sofia
Dopo la caduta del regime di Assad, la situazione in Siria si complica ulteriormente. Israele ha intensificato le proprie operazioni militari, compiendo oltre 450 raid in una sola settimana, mirati a prevenire che le armi siano utilizzate contro di esso. L'ultima iniziativa del governo israeliano è stato l'approvazione unanime di un piano che mira a raddoppiare la popolazione delle alture del Golan, un'area occupata da Israele dal 1967. Questa mossa è vista non solo come un tentativo di rafforzare la presenza demografica nel territorio, ma anche come una risposta alla mutata realtà geopolitica in Siria. Il piano prevede un investimento di 40 milioni di shekel (circa 11 milioni di dollari) per sviluppare ulteriormente la zona, soprattutto alla luce del conflitto in corso e della volontà di far prosperare l'area.
Attualmente, esistono circa 30 insediamenti israeliani nel Golan, dove risiedono anche circa 20.000 drusi arabi. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele continuerà a mantenere il controllo su questo territorio. Tuttavia, questa politica di espansione demografica ha attirato dure critiche, incluso un severo monito dall'Arabia Saudita che ha descritto l'azione come un "sabotaggio del ripristino della sicurezza e stabilità in Siria".
Inoltre, il clima di tensione si aggrava a causa della presenza dei jihadisti di Hayat Tahrir al Sham. Il loro leader, Abu Muhammad al Jolani, ha condannato i raid israeliani e avverte che essi hanno superato "linee rosse". Sebbene affermi di non avere intenzione di affrontare Israele militarmente, la situazione è fragile e potrebbe degenerare in un conflitto aperto.
D'altra parte, l'Iran, storicamente nemico di Israele e sostenitore di Assad, ha lanciato gravi minacce. Il generale Hossein Salami ha dichiarato che Israele "pagherà un prezzo alto" per le sue azioni in Siria, promettendo che sarà "sepolto in terra siriana". La frattura tra Teheran e Gerusalemme continua a rappresentare una delle principali fonti di instabilità nella regione.
In questo contesto, Netanyahu ha parlato con Donald Trump per discutere gli sviluppi recenti e un potenziale accordo sugli ostaggi a Gaza. Il tono della conversazione è stato descritto come "caloroso e importante", ma le notizie dalla regione rimangono cupe, con 45.000 vittime a Gaza e continua violenza, inclusa l'uccisione di un cameraman di Al Jazeera durante un raid. La situazione si sta deteriorando ulteriormente.
Domani, per cercare di stabilire una linea di comunicazione dopo Assad, una missione diplomatica francese sarà inviata in Siria. Il futuro del paese resta incerto, nonostante alcuni segni di normalità, come la riapertura delle scuole e delle università. L'inviato speciale delle Nazioni Unite ha anche richiesto la revoca delle sanzioni occidentali, sottolineando l'urgenza di fornire assistenza umanitaria e stabilizzare la regione.