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Israele in crisi: il governo si frattura sull'offensiva contro l'Iran. Scontro aperto tra Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant

2024-10-11

Autore: Giovanni

Israele si trova di fronte a una situazione critica nel gestire la crescente tensione con l'Iran. Il premier Benjamin Netanyahu ha sempre affermato che l'Iran deve pagare per il lancio di missili contro il suo paese. Tuttavia, i dettagli su come effettuare questa rappresaglia sono oggetto di animati dibattiti non solo nel governo israeliano, ma anche tra Israele e gli Stati Uniti.

Recenti riunioni del gabinetto di sicurezza hanno rivelato profonde divisioni. Molti esperti avrebbero scommesso su una decisione decisiva e sull'approvazione di un attacco, eppure, dopo un incontro di ben quattro ore, non è emersa alcuna conclusione.

LO SCONTRO FRA NETANYAHU E GALLANT

Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, si trova in una posizione delicata, sempre più distante dalle posizioni radicali di alcuni membri della sua squadra, ma anche dalle visioni di Netanyahu. Negli ultimi tempi, si è parlato di un Gallant in procinto di essere rimosso dall'incarico a causa della crescente pressione degli Stati Uniti, che lo vedono come un interlocutore chiave in questa delicata situazione. Netanyahu, d'altro canto, sembra voler limitare l'influenza di Gallant, tanto che ha bloccato il suo viaggio negli Stati Uniti fino a quando non ci sarà l'approvazione per le azioni sull'Iran.

GLI OSTACOLI DELL'ATTIVITÀ MILITARE

Le pressioni internazionali, in particolare quelle provenienti dagli Stati Uniti, stanno giocando un ruolo cruciale nel decidere il da farsi. L'amministrazione Biden è preoccupata per le possibili conseguenze di un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani, temendo che possa scatenare una risposta severa da parte di Teheran e provocare un’escalation di conflitto nell'intera regione. Nazir, un esperto di geopolitica, afferma che qualsiasi attacco potrebbe mettere in pericolo gli interessi americani in Medio Oriente e compromettere la stabilità di alleati vitali come la Giordania e i Paesi del Golfo.

I RISCHI DELLA REPRESSA

Il Wall Street Journal ha rivelato che l'Iran, attraverso canali diplomatici, ha avvertito che qualsiasi uso del proprio spazio aereo o territorio da parte degli alleati di Washington per un attacco contro di esso causerebbe ritorsioni dirette. Le monarchie del Golfo, temendo per le proprie installazioni petrolifere, si sono dimostrate particolarmente preoccupate. La distruzione degli impianti petroliferi iraniani potrebbe influenzare drasticamente i mercati mondiali, mettendo in seria difficoltà quelle nazioni che sono considerate alleate fondamentali per gli Stati Uniti.

Nel frattempo, Kamala Harris ha recentemente ribadito il forte impegno degli Stati Uniti per prevenire che l'Iran ottenga capacità nucleari, lasciando comunque aperte le porte al dialogo. Netanyahu, secondo fonti vicine, sta cercando di ottenere un accordo strategico con Washington, nonostante le differenze esistenti su diverse questioni regionali, da Gaza al Libano.

Con le elezioni statunitensi all'orizzonte, Biden è sotto pressione e deve gestire con cautela le relazioni con Israele.

Extra Info

Le tensioni tra Israele e Iran sono aumentate negli ultimi anni, alimentate da sanzioni economiche e dall'attività militare iraniana in Siria. Le preoccupazioni nucleari, la minaccia rappresentata dalle milizie sostenute dall'Iran nel Medio Oriente e le ambizioni regionali di Teheran rendono questa situazione estremamente volatile, con implicazioni globali significative.