Kiev "cede" la Crimea: Ancora una volta il dialogo sembra impossibile!
2024-11-28
Autore: Giovanni
In un contesto di crescente tensione, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sembra finalmente ammettere che «siamo ancora molto lontani da una soluzione politica e diplomatica della crisi» in Ucraina. Sebbene le sue affermazioni sull'accusa agli Stati Uniti e all'Occidente di essere i veri responsabili della guerra non siano da considerarsi veritiere, è indubbio che la strada verso una risoluzione si presenta complessa. Andrii Yermak, capo dell'ufficio di presidenza di Kiev, ha rivelato la possibilità di una soluzione che prevede il ripristino della situazione territoriale al 23 febbraio 2022, data dell'invasione russa, ma la Crimea rimarrebbe sotto il controllo di Mosca.
Al momento, l'intensificarsi del conflitto continua in un copione che si fa sempre più prevedibile: la Russia sta esercitando bombardamenti su diverse città ucraine (con allerta dichiarata in tutto il paese) e tenta di consolidare il proprio controllo in aree strategiche come il Donetsk e il Kursk. D'altro canto, Kiev ha ricevuto il via libera per l'uso di missili che colpiscono obiettivi in territorio russo, includendo basi militari e magazzini di armi. Tuttavia, questi scambi di colpi non hanno portato a cambiamenti decisivi per il momento.
Il discorso pubblico sta seguendo un filo parallelo a quello militare, con Yermak che oltre a chiedere l'ingresso dell'Ucraina nella NATO suggerisce anche concessioni territoriali, tra cui la Crimea, idea sostenuta anche dal presidente Zelensky. Tuttavia, le dichiarazioni di Lavrov rischiano di spegnere ogni speranza di soluzione pacifica. Lavrov ha ammonito che «Washington e i suoi satelliti sono ancora ossessionati dall'idea di infliggere una sconfitta strategica alla Russia», e ha minacciato che tutte le azioni «inaccettabili» avrebbero ricevuto risposte adeguate, sottolineando il rifiuto russo di definire la situazione attuale come una guerra.
Da notizie trapelate da fonti americane, si apprende che il presidente Biden avrebbe tentato di richiedere 24 miliardi di dollari in aiuti militari per l'Ucraina, una richiesta che solleva interrogativi sul futuro supporto statunitense in vista della nuova amministrazione di Trump. Elon Musk ha già fatto sentire il suo disappunto, suggerendo che i cambiamenti in arrivo potrebbero non giovare a Kiev.
Nel frattempo, l'Europa sta cercando di rispondere nonostante le divergenze tra i suoi membri. Il premier slovacco Robert Fico ha annunciato che si recherà a Mosca per un incontro con Putin, mentre le tensioni con Berlino crescono a causa dell'espulsione di un diplomatico britannico. Il Cremlino ha accusato la Germania di chiudere gli uffici della TV russa, ricevuta dalla reazione tedesca delle 'false accuse'. In questo clima di alti livelli di tensione, il dialogo tra le nazioni sembra sempre più un miraggio.