La Chiesa Anglicana e la Censura degli Inni: Natale in Salsa Woke
2024-12-25
Autore: Chiara
Sperare che una delle festività più sacre per i cristiani possa restare immune dalla crescente influenza del "virus woke" si è rivelato un sogno irrealizzabile. Recentemente, una circolare della Chiesa d'Inghilterra ha sollevato la sorpresa e l'indignazione tra i fedeli anglicani, dopo che un whistleblower ha portato alla luce l'informazione. La gerarchia ecclesiastica ha ‘consigliato’ ai sacerdoti di rivedere i testi di alcuni inni tradizionali per evitare di "offendere" i seguaci di altre religioni. Questo provvedimento giunge in un contesto già difficile, caratterizzato da scandalose vicende che hanno minato le fondamenta della Chiesa, ora guidata da re Carlo III.
Il passaggio pubblicato sul Telegraph offre un'ironica riflessione sulla circolare, evidenziando come la diocesi di Birmingham abbia suggerito l'uso di un linguaggio più attuale per certi inni. La contraddizione di chi si trova all'interno di una chiesa e considera offensivo il cristianesimo è evidente, ma sembra che il timore di offendere prevalga su qualsiasi principio di fede. Un sacerdote ha confermato che le indicazioni di modificare gli inni sono state inviate all'intero paese, parlando di parole "problematiche" come quelle di "O Come, O Come, Emmanuel", che verrebbero modificate per evitare di suggerire che altre religioni si trovino al di fuori della Grazia divina, e di "Lo, He Comes With Clouds Descending" che afferma che Gesù è il "vero Messia".
Le conseguenze di questa circolare sembrano surreali, con richieste di escludere ogni potenziale fonte di conflitto dalla narrazione natalizia. L'e-mail di accompagnamento, che accompagnava la circolare, esortava a un linguaggio che non generasse confusione o tensione, insinuando la necessità di rimuovere qualsiasi riferimento alla fede cristiana in favore di una narrazione più universale. La situazione è tragica: la Chiesa Anglicana pare aver perso la propria identità a causa del desiderio di espiare il peccato originale della fede stessa. Con oltre 400 chiese chiuse negli ultimi anni e una diminuzione del numero di anglicani, è palese che la Chiesa ha sacrificato la propria essenza sull'altare del politicamente corretto e della cultura woke.
Un'istituzione in crisi
Questo non è l'unico scandalo che colpisce la Chiesa, che sembra dedicarsi più alla diffusione dell'ideologia woke piuttosto che alla predicazione del Vangelo. Nel 2022, la Chiesa d'Inghilterra ha avviato una discussione sull'utilizzo di un linguaggio "gender-neutral" per riferirsi all'Onnipotente. Inoltre, lo scorso anno il Sinodo Generale ha votato per riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso, autorizzando la benedizione di tali unioni. Molti attribuiscono questa deriva a sinistra alla nomina di Justin Welby ad Arcivescovo di Canterbury, figura controversa che è spesso criticata dai conservatori e da parte dei fedeli anglicani.
Nonostante le molteplici sfide, Welby ha recentemente deciso di dimettersi a seguito delle accuse che lo vedevano coinvolto in uno scandalo di insabbiamento di abusi sessuali, risalente a vent'anni fa. Questo episodio rappresenta non solo un fallimento personale ma anche il culmine di una crisi che ha trasformato la Chiesa Anglicana da simbolo della tradizione cristiana britannica a un ente instabile e in crisi identitaria. Ora spetta a re Carlo III l'arduo compito di ripristinare la dignità e la direzione di un'istituzione che sembra sul punto di autodistruggersi.