La Procura Generale della Cassazione: "Decisions on Migrants in Albania Temporary Suspended Awaiting EU Court Ruling"
2024-12-03
Autore: Giovanni
La recente questione riguardante il trattamento dei migranti in Albania è tornata in prima pagina. La Cassazione italiana ha programmato un'udienza per mercoledì 4 dicembre, con l'intento di esaminare la possibilità di sospendere le decisioni riguardanti i Paesi definiti sicuri, tra cui Albania, per i richiedenti asilo. Gran parte degli esperti ritiene che la Corte potrebbe attendere la pronuncia della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, già interpellata dai Tribunali di Roma, Bologna e Firenze, prima di prendere una decisione definitiva.
L'udienza prevista a Lussemburgo il 25 febbraio, e un'attesa sentenza che potrebbe arrivare nel mese di aprile, rende incerta la sorte dei centri di accoglienza costruiti impiegando ingenti risorse pubbliche. Le strutture governative al porto di Shengjin e a Gajder rischiano di rimanere deserte, mentre il personale italiano è stato in gran parte rimpatriato per non incrementare i costi di un’operazione che si è rivelata più propagandistica che funzionale. Fino a questo momento, solo venti persone sono state trasferite in Albania, e di queste, quasi tutte sono state riportate in Italia.
La Procura generale della Cassazione ha sollevato la questione della necessità di una sospensione temporanea del giudizio, pur non incitando i giudici a superare le sentenze dei Tribunali sui trattenimenti dei migranti. La problematica centrale verte sulla definizione di Paesi come il Bangladesh, l'Egitto e la Tunisia, considerati 'sicuri' dalla legislazione italiana, ma che secondo molti presentano rischi di violazioni dei diritti umani e persecuzioni.
Un elenco di 22 Paesi considerati 'sicuri' è già stato stabilito dal governo italiano, ma tale elenco è stato contestato dai tribunali di Roma e altre città italiane. Questo ha spinto il governo a trasferire la competenza alle Corti d'Appello, un passo che ha destato preoccupazione per il già elevato carico di lavoro degli organi giuridici.
Secondo la direttiva Ue 2013/32, un Paese può essere considerato sicuro se non ci sono persecuzioni sistematiche e la situazione politica generale permette di affermare che non esistono rischi significativi. Tuttavia, casi di violazioni dei diritti umani in questi Paesi mettono in discussione la loro classificazione. La Corte di Giustizia Ue ha già stabilito che un Paese non può essere ritenuto sicuro se una sua parte è affetta da conflitti o violenze.
In un contesto così contorto, la Cassazione esaminerà il ricorso del Ministero dell’Interno contro la mancata convalida dei trattamenti di migranti provenienti da Albania. Il Tribunale di Roma ha ritenuto errata la classificazione dell'Egitto come Paese sicuro, secondo i legali che sostengono che i diritti dei richiedenti asilo devono essere priorizzati. L'udienza del 4 dicembre non solo esaminerà la questione dei migranti, ma potrebbe anche rivelarsi cruciale per la politica migratoria dell'Italia e della UE nel suo complesso.
Gli sforzi del governo italiano di creare una rotta di accoglienza in Albania, quindi, si trovano ora di fronte a una tempesta legale e umanitaria. La decisione della Cassazione rappresenta un passo fondamentale per salvaguardare il rispetto dei diritti umani e l'integrità del sistema giuridico europeo in un periodo di crescente intolleranza verso i migranti.