Landini, il "rivoltoso" pronto a bloccare l'Italia. Ma chiude gli occhi sulla fuga di Stellantis
2024-11-28
Autore: Giovanni
Nel panorama politico attuale, il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, continua a destare polemiche con le sue dichiarazioni volti a mobilitare i lavoratori italiani. Tuttavia, c'è un'assenza di attenzione su un tema cruciale: la crisi che attanaglia Stellantis, ex Fiat, e la fuga di posti di lavoro. "C'è un sindacato che fa bene a fare lo sciopero generale, ma lo fa perché c'è la Meloni; quando si toglievano i diritti dei lavoratori, non ha fatto nulla" afferma un commentatore, evidenziando un contrasto tra l'attività sindacale odierna e il silenzio del passato.
La vera domanda è: perché ora? Gli eventi recenti, come la diminuzione della produzione automobilistica in Italia e l'emorragia di posti di lavoro, stanno mettendo a rischio non solo l'occupazione, ma anche la storia dell'industria automobilistica del nostro paese. Dal 2021, anno della nascita di Stellantis, i lavoratori ex FCA sono scesi da 52mila a meno di 40mila, con la produzione in caduta libera.
Il governo deve ora affrontare una sfida significativa: il CEO Carlos Tavares è atteso entro il 16 dicembre per presentare un piano che possa rassicurare non solo i lavoratori, ma anche gli investitori e i produttori locali. A fronte delle difficoltà economiche, cresce la pressione per una riconsiderazione dei programmi green che stanno danneggiando l'industria europea.
Ma la situazione non è solo una questione economica; è anche una questione di visione. Landini, con la sua retorica incendiaria, rischia di dare l'impressione di agire solo per mobilitare le masse, mentre dovrebbe esercitare una leadership che affronti le problematiche vere dell'industria. L'industria automobilistica italiana, patrimonio del nostro paese, è a un bivio. Riuscirà Landini a pivotare la sua strategia sindacale per incontrare le sfide attuali, o rimarrà prigioniero di un passato che non gli è più utile? La risposta a questa domanda potrebbe determinare il destino di molti lavoratori e dell'industria stessa.