Salute

Leucemia linfatica cronica: Nuove speranze grazie alle ultime terapie

2024-11-19

Autore: Francesco

La leucemia linfatica cronica (LLC) è una delle malattie ematologiche più diffuse nei paesi occidentali, colpendo circa 5 persone ogni 100.000 abitanti ogni anno. Tuttavia, la ricerca ha fatto passi da gigante nel trattamento di questa patologia, permettendo di parlare di remissione in alcuni casi.

Cos'è la Leucemia linfatica cronica?

La LLC appartiene alla categoria delle neoplasie ematologiche e si caratterizza per un accumulo anomalo di linfociti, specialmente i linfociti B, nel sangue, nel midollo osseo e negli organi linfatici. La malattia colpisce principalmente le persone anziane, con un'età media di diagnosi intorno ai 70 anni. Nonostante la sua natura generalmente indolente, ci sono varianti che possono avere prognosi sfavorevole.

I sintomi principali includono ingrossamento dei linfonodi, stanchezza, pallore e aumento della suscettibilità a emorragie, tutti segnali di un immune deficit.

In Italia, circa 3.000 nuove diagnosi di LLC vengono effettuate ogni anno. Marco Vignetti, presidente della Fondazione GIMEMA Franco Mandelli, sottolinea che "non si tratta di una malattia totalmente guaribile". Tuttavia, le attuali opzioni terapeutiche consentono un controverso controllo della patologia che permette ai pazienti di condurre una vita quasi normale.

Nuove terapie e risultati della ricerca

Sebbene non esista una cura definitiva per la LLC, i recenti progressi nella ricerca hanno portato alla creazione di trattamenti innovativi. I pazienti possono ora monitorare la malattia senza esigenze terapeutiche immediate, utilizzando semplici esami del sangue. L'osservazione continua è cruciale fino a quando i linfonodi non cominciano a ingrossarsi, segnale che potrebbe indicare la necessità di un trattamento.

In passato, le opzioni terapeutiche erano principalmente chemioterapia e anticorpi monoclonali. Oggi, tuttavia, sono disponibili farmaci mirati come gli inibitori della tirosin chinasi di Bruton (BTK), che agiscono su meccanismi essenziali per la proliferazione delle cellule neoplastiche. Anche l'inibitore della proteina BCL2 ha dimostrato risultati promettenti, consentendo la sopravvivenza prolungata delle cellule malate.

Ricercatori come Paolo Ghia, direttore del Programma Strategico sulla LLC all'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, affermano che alcuni di questi medicinali possono portare a un controllo della malattia duraturo e, in certi casi, anche a remissioni significative. La comunità scientifica continua a investigare, alimentando la speranza per i pazienti affetti da questa complessa malattia ematica.