Leva militare: chi verrebbe arruolato nell'esercito italiano in caso di guerra?
2024-11-26
Autore: Giulia
La Costituzione Italiana è chiara: l'Italia ripudia la guerra come strumento d'offesa e come modo di risolvere le controversie internazionali, come stabilito dall'articolo 11. Tuttavia, l'articolo 78 prevede che l'autorità di dichiarare lo stato di guerra spetti al Parlamento, il quale conferisce poi al governo i poteri necessari per agire. In caso di necessità di mobilitazione, i primi ad essere arruolati sarebbero i membri delle forze armate, inclusi Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. Seguirebbero gli ex-militari che hanno lasciato il servizio negli ultimi cinque anni, e infine, in situazioni estreme, verrebbero chiamati alle armi i civili idonei fra i 18 e 45 anni, dopo opportune visite mediche.
È importante sottolineare che la chiamata alle armi non può essere rifiutata, poiché secondo l'articolo 52 della Costituzione, "la difesa della Patria è un sacro dovere del cittadino". Il servizio militare, sebbene fosse stato sospeso nel 2004, è potenzialmente riattivabile tramite un decreto del Presidente della Repubblica nel caso di necessità. Alcuni corpi come i Vigili del Fuoco e la Polizia Penitenziaria sarebbero esentati da questa chiamata.
Un tema attuale è la proposta avanzata dalla Lega di Matteo Salvini, volta a reintrodurre un servizio militare e civile universale di sei mesi per i giovani. Salvini ha descritto questa iniziativa come una grande forma di educazione civica, incentrata su attività come il salvataggio e la protezione civile, che si svolgerebbero vicino a casa. Tuttavia, l'idea non ha trovato ampia approvazione tra le altre forze politiche, con il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha espresso il parere che l'educazione dei giovani debba rimanere responsabilità di famiglie e scuole, non delle forze armate.
Un altro aspetto cruciale riguarda l'impatto economico della reintroduzione della leva obbligatoria. Mentre in Italia non sono disponibili dati precisi, in Germania il dipartimento Ifo ha effettuato una stima evidenziando che, nel caso di una mobilitazione generale, il calo della produzione economica potrebbe raggiungere il 1,6%, corrispondente a circa 70 miliardi di euro. Se solo un quarto degli arruolabili fosse chiamato, il calo stimato sarebbe di circa 17 miliardi. Adottando un modello simile a quello svedese, dove il servizio militare coinvolge solo una piccola percentuale dei giovani, i costi sarebbero di circa 3 miliardi.
Con le tensioni geopolitiche in aumento e i dibattiti sulla sicurezza nazionale, il tema della leva militare rimane di grande attualità, sollevando domande importanti anche sulle conseguenze sociali ed economiche per il paese.