Salute

Liste d'attesa: Schillaci accusa le Regioni di caos organizzativo e inefficienza

2025-04-03

Autore: Giovanni

Introduzione

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha alzato nuovamente la voce contro le Regioni, sottolineando la grave situazione delle liste d'attesa nel settore sanitario. In una lettera indirizzata al presidente delle Regioni, Massimiliano Fedriga, datata 2 aprile, Schillaci ha contestato le affermazioni dei governatori riguardanti la mancanza di fondi per affrontare il problema. Secondo il ministro, non è sufficiente affermare che servono più risorse; serve un intervento deciso per rivedere l'organizzazione delle strutture sanitarie.

Situazione attuale

Le indagini dei Nas mostrano che oltre il 27% delle strutture ispezionate evidenziano gravi irregolarità, come agende chiuse arbitrariamente e liste di attesa gonfiate. "Le risorse stanziate - oltre 2 miliardi di euro tra il 2020 e il 2021 - non sono state utilizzate in modo efficace", ha affermato Schillaci. Questi fondi, invece di essere utilizzati per ridurre le liste d'attesa, sono stati a rischio di essere impiegati per ripianare disavanzi.

Incontro con i presidenti delle Regioni

Il ministro ha anche annunciato l'intenzione di incontrare i presidenti delle Regioni per valutare se ci sia realmente necessità di ulteriori risorse. Schillaci ha respinto le accuse di invadere le competenze regionali con il decreto sulle liste d'attesa, sostenendo che il suo obiettivo è garantire un diritto fondamentale, quello alla salute, uniformemente su tutto il territorio nazionale.

Caos organizzativo nelle Regioni

Il "caos organizzativo" in alcune Regioni è un tema centrale nella lettera. Il ministro ha messo in luce come molte di queste Regioni non abbiano una mappatura chiara dell'offerta di prestazioni sanitarie, tanto pubbliche quanto private, creando confusione e disservizi per i cittadini. Sul tema del CUP unico, Schillaci ha evidenziato che le Regioni che hanno adottato questo sistema stanno ottenendo risultati migliori nella riduzione dei tempi di attesa.

Richiesta di cambiamento{

Con il suo intervento, il ministro richiede un cambiamento di mentalità, invitando le Regioni a essere più proattive nella gestione delle liste d'attesa e a garantire che l'attività ricreativa dei medici privati non superi il 50% dell'attività istituzionale. Solo così si potrà veramente affrontare il problema delle liste d'attesa e garantire un servizio sanitario efficiente e di qualità per tutti.

Conclusione

Con queste problematiche in primo piano, i cittadini italiani si interrogano su quanto tempo dovranno ancora aspettare per ricevere le cure necessarie. È tempo che le Regioni rispondano e prendano misure concrete per porre fine a questa crisi della sanità!