L'Italia in allerta: il pericoloso consumo di antibiotici e le sue gravi conseguenze
2024-11-24
Autore: Francesco
Un recente studio pubblicato su «MedRevix» e riportato da «New Scientist» ha messo in luce come anche un singolo ciclo di antibiotici possa alterare in modo duraturo il microbiota intestinale, fondamentale per il nostro benessere.
Gli esperti avvertono: prendere antibiotici per meno di due settimane può modificare la flora intestinale per anni, compromettendo il sistema immunitario e aumentando la vulnerabilità a infezioni gravi. Un uso eccessivo di questi farmaci sta diventando una preoccupazione crescente in Italia, dove il consumo di antibiotici è aumentato del 6,4% in un solo anno, secondo i dati dell'AIFA.
Il microbiota intestinale è composto da trilioni di microrganismi che giocano un ruolo cruciale nella protezione dell'organismo da patogeni e nel mantenimento di funzioni vitali. La ricerca condotta dal professor Gabriel Baldanzi dell’Università di Uppsala ha rivelato che tra i partecipanti allo studio che avevano assunto antibiotici, la loro popolazione di batteri vitali era significativamente ridotta anche anni dopo l’assunzione.
In particolare, chi aveva assunto cefalospirine ha mostrato una riduzione di 43 specie batteriche nel loro intestino. Questa alterazione del microbiota aumenta il rischio di infezioni e malattie, rendendo l'organismo più suscettibile a patologie e complicazioni.
La resistenza agli antibiotici è un emergente problema globale che ha già causato quasi 5 milioni di morti nel 2019. Entro il 2050, le stime suggeriscono che oltre 39 milioni di persone potrebbero perdere la vita a causa di infezioni resistenti agli antibiotici. L'Italia, purtroppo, figura tra i paesi con il tasso di prescrizione più elevato in Europa. Il Ministro della Salute, Francesco Schillaci, ha descritto questa situazione come una "emergenza", avvertendo che il pericolo di una nuova pandemia è reale, data la crescente incidenza di decessi associati all'antibiotico-resistenza.
Recentemente, il governo italiano ha promesso di migliorare i sistemi di sorveglianza e di formare più adeguatamente il personale sanitario per affrontare questo problema. È importante dettare una nuova cultura che scoraggi l'uso indiscriminato di antibiotici, di fatto un'abitudine per molti pazienti, che frequentemente richiedono questi farmaci anche per malattie autolimitanti.
Il fenomeno senz'altro non è limitato all'Italia: va considerato che anche negli Stati Uniti il 60% dei mal di gola e il 70% delle bronchiti riceve questa terapia, quando in effetti solo una piccola percentuale ne avrebbe realmente bisogno. Le conseguenze di questo abuso si manifestano in forme resistenti di malattie curabili come polmonite, gonorrea, tubercolosi e malaria, tutte in rapida diffusione e sempre meno trattabili sia negli ospedali che nella pratica ambulatoriale.
La vera sfida è cambiare la nostra mentalità sull'uso degli antibiotici e trovare soluzioni efficaci per prevenire questa crisi sanitaria. Sia a livello individuale che collettivo, è ora di agire prima che sia troppo tardi.