General Motors ha svalutato per 5 miliardi le sue attività in Cina, un segnale preoccupante della crescente difficoltà del mercato automobilistico globale. Nel frattempo, l'OPEC+ ha deciso di rinviare gli aumenti di produzione, abbattendo ulteriormente le speranze di un recupero nei prezzi del petrolio.

In Europa, la crisi dell'acciaio tedesco continua a intensificarsi, mentre in Cina, il governo ha imposto un divieto all'export di materiali critici verso gli Stati Uniti, alimentando le tensioni commerciali tra le potenze mondiali. Sorprendentemente, l'export di uranio kazako sta vivendo una crescita sostenuta, suggerendo una strategia mirata da parte di Astana per sfruttare l'aumento della domanda di energia nucleare.

In un altro fronte, Trump sta facendo pressione per l'introduzione di dazi su importazioni da Messico e Canada, un passo che potrebbe complicare ulteriormente le relazioni commerciali in Nord America. Infine, l'intrigo internazionale legato ai cavi sotto il Mar Baltico mette in luce la complessità delle infrastrutture moderne, mentre la concentrazione nel mercato cinese dell'auto si scontra con le difficoltà per le infrastrutture di ricarica necessarie per i veicoli elettrici.