Malati di tumore: La drammatica differenza di trattamento tra chi paga e chi si affida al Servizio Sanitario Nazionale
2024-11-25
Autore: Matteo
Immaginiamo di trovarci nei panni di una persona appena colpita dalla diagnosi di un tumore. La prima richiesta è di poter accedere quanto prima a un intervento chirurgico. È noto che il tempo che intercorre tra diagnosi e intervento è cruciale per migliorare gli esiti clinici. Ogni giorno di attesa pesa enormemente sul benessere psicologico del paziente. Ma qual è la reale differenza tra chi può pagare per un trattamento immediato e chi si affida al Servizio Sanitario Nazionale (SSN)?
L'Oncologia in Italia
Ogni anno in Italia, oltre 55.000 donne sono sottoposte a interventi di asportazione del tumore al seno, con una parte di questi eseguiti in strutture pubbliche e private accreditate. Nella sola città di Milano, tra il 2022 e il 2023, si contano 11.368 operazioni. Il problema risiede in una fetta ridotta della popolazione: solo il 15% delle pazienti riesce a coprire da sola le spese di accertamenti e intervento, con un costo complessivo di circa 16.790 euro. La frustrazione aumenta quando si scopre che, nel caso di interventi tramite SSN, le tempistiche di attesa possono essere significativamente lunghe!
Differences in Waiting Times
Un'indagine condotta dall'Agenzia per la Tutela della Salute di Milano ha svelato che i pazienti oncologici che pagano privatamente accedono all'intervento dopo 32 giorni, rispetto ai 52 giorni dei pazienti che seguono la strada del SSN, con una differenza di 20 giorni. Queste attese prolungate pesano come un macigno nel momento in cui la diagnosi è di cancro.
Chi Paga e Chi Varca il Confine
Le strutture pubbliche affrontano lunghe liste di attesa e sono a volte in difficoltà, ma quelle private accreditate non solo cercano di alleviare queste pressioni, ma lucrano anche sulle prestazioni a pagamento. Infatti, per ogni esame diagnostico svolto privatamente, il rimborso dal SSN risulta molto più basso rispetto ai costi sostenuti dal paziente. Questo porta i medici e le strutture sanitarie ad incentivare le prestazioni a pagamento, vendendo la promessa di un trattamento più rapido.
La Struttura del Profitto
Le visite specialistiche nel settore pubblico avvengono a pagamento nel 30,5% dei casi, mentre nel privato accreditato, il tasso sale al 53%. Ciò significa che i pazienti oncologici sono incentivati a pagare di tasca propria, per non rimanere indietro nelle liste di attesa.
Uno Sguardo alla Realtà
La testimonianza di una paziente dimostra questa triste realtà: "Quando ho scoperto un nodulo al seno, ho pagato 500 euro per un'esame. Anche dopo aver chiesto una Pet in struttura privata, ho aspettato due mesi prima di decidere di pagarla, a quel punto, 1.300 euro per un appuntamento a breve termine. La situazione è insostenibile".
Costo delle Terapie
I costi delle terapie oncologiche sono altrettanto stratosferici: per il cancro al seno, dodici sedute di chemioterapia possono arrivare a costare fino a 34.800 euro. Per il tumore al pancreas e al polmone, le cifre lievitano ulteriormente, rendendo di fatto inaccessibili le cure per la maggior parte della popolazione.
Tirando le Somme
Alla fine, molto spesso, è il SSN a farsi carico dell'intero onere, ma a un costo che pesa non solo sull'economia, ma anche sull'efficacia dell'intero sistema sanitario. È chiaro che l'attuale scenario mette a nudo delle profonde disuguaglianze nel trattamento dei pazienti oncologici e crea un urgente bisogno di riforme. Da chi dovrebbe tutelare la salute pubblica, come possiamo accettare che vi siano guadagni sulle spalle della malattia? **Questo è un grido d’allarme che non possiamo ignorare**.