Medioriente, la minaccia dell'Iran: "Saranno sepolti"
2024-12-15
Autore: Alessandra
L'Iran ha espresso una ferma condanna contro l'aggressione di Israele in Siria, specialmente dopo la caduta del deposto presidente Bashar al-Assad. Durante una conferenza a Teheran sulla guerra Iran-Iraq degli anni Ottanta, il generale Hosein Salami, comandante in capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, ha affermato: «I sionisti pagheranno un prezzo alto e saranno sepolti in Siria, ma ci vorrà un po' di tempo». Questa dichiarazione evidenzia la crescente tensione tra Iran e Israele, con Salami che sottolinea come le azioni israeliane, in particolare nelle zone circostanti Damasco e Quneitra, siano insopportabili per la regione e aumentino le frustrazioni delle popolazioni locali.
Le parole di Salami si inseriscono in un contesto più ampio di instabilità che interessa l'intera area, con una particolare attenzione rivolta ai possibili sviluppi di un nuovo collasso migratorio. Situazione che ha portato il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, a lanciare un allarme riguardo a una potenziale crisi umanitaria, sottolineando la necessità di una risposta internazionale coordinata. La situazione in Siria, aggravata dalla presenza militare israeliana, continua a preoccupare non solo i paesi limitrofi, ma anche l'Occidente, che osserva con attenzione l'evoluzione dei conflitti regionali.
In questo panorama, il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha ribadito le sue convinzioni affermando che non c'è dubbio che la caduta di al-Assad sia frutto di un piano congiunto tra Stati Uniti e Israele. Tuttavia, ha cercato di rassicurare che tale sviluppi non indeboliranno l’Iran o l'asse anti-israeliana, che comprende gruppi come Hamas, Hezbollah, gli Houthi yemeniti e le milizie irachene. Questa coalizione, secondo Khamenei, è determinata a continuare la lotta contro l'occupazione, promettendo un futuro in cui, secondo le sue parole, i giovani siriani libereranno i territori occupati.
Mentre la tensione cresce, i cittadini del Medioriente si preparano a vivere in una regione in costante incertezza, dove le parole di minaccia possono rapidamente trasformarsi in azioni concrete.