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Megalopolis: Un Disastro Epico del Cinema Moderno

2024-10-15

Autore: Giulia

Il nuovo film di Francis Ford Coppola, Megalopolis, si presenta come uno dei flop più imbarazzanti nella storia del cinema contemporaneo. Questo progetto, che Coppola ha avuto in mente per quasi quarant'anni, si scontra con una realtà cinematografica già saturata di opere amate e memorabili. Anche se fosse stato realizzato negli anni '80, la storia e le ambizioni visive del film avrebbero faticato a lasciare un segno indelebile. Nel panorama di capolavori come Il Padrino e Apocalypse Now, Megalopolis sembra una sbiadita ombra di questi classici, privato di un messaggio che possa realmente risuonare con il pubblico di oggi.

La trama, che si svolge nella decadente New Rome, una versione futuristica di Manhattan, crea un'accozzaglia di simbolismi e metafore sul potere che rischiano di risultare confusi e poco incisivi. Il protagonista, Cesar Catilina (interpretato da Adam Driver), è un architetto con ambizioni utopiche che sogna la costruzione della metropoli perfetta, Megalopolis, utilizzando un misterioso materiale ai limiti del fantastico: il Megalon. Affronta la corruzione del sindaco Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito) e le sue complicate relazioni, tra cui quella con la figlia Julia (Nathalie Emmanuel), che si innamora di lui, e una relazione segreta con la giornalista ambiziosa Wow Platinum (Aubrey Plaza).

La sceneggiatura rasenta l'imbarazzante, con dialoghi che sembrano più citazioni noiose di Shakespeare e Ovidio che delle vere e proprie interazioni tra i personaggi. Ciò porta a un'inevitabile saturazione e a un senso di frustrazione nel pubblico. Le ambitiose, ma confuse, rappresentazioni visive di New Rome, mescolano elementi di futurismo, storicità e barocco con risultati che sfociano nel ridicolo. I personaggi, caricature esagerate di clichè già visti, sminuiscono ulteriormente l'esperienza visiva e narrativa.

In uno sforzo per dare luce a temi socio-politici, Coppola affida al film una pesantezza di messaggi che sembrano più delle prediche che vere esplorazioni. La sensazione generale è quella di un film che, pur avendo ambizioni enormi, naufraga miseramente in un accozzaglia di stili e toni, rendendolo difficilmente seguibile e, peggio ancora, noioso. Megalopolis è quindi un avvertimento su come anche i registi più amati possano inciampare in produzioni che, invece di innovare, rimangono intrappolate in una rete di ambizioni futili e narrativamente incaute.