Scienza

Monte Bianco: Vivere in Condizioni Estreme nell'Artico! Scopri i Limiti della Resistenza Umana!

2025-01-07

Autore: Sofia

A 3.500 metri di altitudine, l'aria rarefatta mette a dura prova i polmoni, mentre una combinazione di freddo intenso e scarsità di ossigeno avvolge gli esploratori. Sul ghiacciaio del Dente del Gigante, al Monte Bianco, un team di militari e scienziati sta conducendo un esperimento cruciale: studiare le reazioni del corpo umano in situazioni estreme. Con il cambiamento climatico in atto, comprendere queste dinamiche diventa fondamentale per trovare nuovi equilibri.

Il Campo Alta Quota, allestito dall'Esercito in collaborazione con il CNR e numerose università, rappresenta un importante laboratorio a cielo aperto. Tra le tende montate sulla neve e il monitoraggio costante delle condizioni, i giovani alpini si sono sfidati, trasportando zaini pesanti, in condizioni che simulano il rigore artico. Ogni passo e ogni respiro sono diventati dati preziosi: sensori applicati alle loro divise hanno monitorato i parametri vitali, mentre nei bivacchi viene analizzato tutto, dall'alimentazione alla fatica, fino alle prestazioni fisiche e cognitive.

La cardiologa e ricercatrice Lorenza Pratali, che ha partecipato a spedizioni sulle vette più alte del mondo, spiega: «L'alta quota è un ambiente unico per studiare l'adattamento dell'organismo umano». Il team ha esaminato la risposta cardiovascolare e polmonare di 18 alpini e gli effetti dello stress fisico e dell'infiammazione in condizioni di ossigeno ridotto. Questo progetto non è solo un esempio di fatica, ma rappresenta una collaborazione senza precedenti tra scienza e settore militare, trasformando il ghiacciaio del Monte Bianco in un laboratorio naturale.

La guida dell'iniziativa è del Centro Addestramento Alpino di Aosta, sotto il comando del generale Alessio Cavicchioli, con l'obiettivo di fronteggiare le sfide legate al cambiamento climatico, come lo scioglimento dei ghiacciai e l'emergere di nuove rotte nell'Artico. I risultati di questa ricerca avranno implicazioni significative non solo per la comunità scientifica, ma anche per il settore del turismo montano e le attività ad alta quota, sempre più essenziali in un clima in continua evoluzione.

L'Artico, con l'apertura di nuove rotte e la piena valorizzazione di risorse rare, acquista una rilevanza geopolitica crescente. «La montagna è un ambiente affascinante, ma anche insidioso», avverte Pratali, evidenziando i pericoli concreti come valanghe e frane. Per gli amanti della montagna, è fondamentale prestare attenzione all'acclimatamento. Con le stazioni sciistiche che raggiungono quote sempre più elevate a causa del cambiamento climatico, il rischio per turisti e operatori aumenta. «Per le vette oltre i 4.000 metri, è essenziale un adeguato periodo di preparazione, dormendo a quote intermedie in anticipo» raccomanda la cardiologa.

Ricerche come quelle condotte sul Monte Bianco hanno un impatto notevole: non solo sono fondamentali per i militari, ma aprono anche nuove opportunità per migliorare la sicurezza e le performance in alta quota. Pratali, che ha condotto studi in Nepal, Bolivia e Perù, conclude: «Che si tratti di spedizioni himalayane o di escursioni alpine, la scienza ci offre gli strumenti per superare i nostri limiti».