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Morata e la depressione: "Stavo malissimo, non riuscivo neanche ad allacciarmi le scarpe"

2024-10-10

Autore: Sofia

L'attaccante del Milan, Alvaro Morata, ha recentemente parlato della sua battaglia contro la depressione, rivelando momenti di grande difficoltà. Durante un'intervista nel programma radiofonico "Herrera en Cope", ha condiviso: "Quando si attraversano periodi così duri, è indipendente dal lavoro che fai o dalla situazione in cui ti trovi. Devi combattere contro questo ‘altro’ te stesso, giorno e notte. Per me, la soluzione è stata lasciare la Spagna, non ce la facevo più."

La pressione e le critiche ricevute durante la sua carriera hanno avuto un impatto devastante su di lui. Dopo la vittoria all’Europeo, Morata ha confessato che senza l’aiuto di Iniesta e Bojan, che hanno vissuto esperienze simili di depressione, non sarebbe riuscito a partire per la Germania. "Sono stato malissimo. Pensavo di non riuscire nemmeno a mettermi le scarpe per scendere in campo. Ma grazie a persone come Koke, Simeone, Miguel Angel Gil, il mio psichiatra e il mio mental coach, sono riuscito a superarlo. A volte, ciò che si vede in TV non corrisponde alla vita reale ed è facile sentirsi soli, specialmente in un ambiente competitivo come quello del calcio. Ho toccato il fondo e non riuscivo neanche ad allacciarmi le scarpe. E quando ci riuscivo, dovevo correre a casa perché la gola mi si seccava e la vista mi si annebbiava."

Morata ha rivelato che solo tre mesi prima dell’Europeo non si sentiva nemmeno sicuro di poter tornare a giocare. "Era un periodo complesso perché ciò che amavi diventava improvvisamente ciò che odiavi. Ogni volta che cercavo di uscire con i miei figli, capitava qualcosa che mi faceva vergognare."

Ricorda che, nonostante il talento e la prestazione sportiva, il sostegno morale e psicologico è altrettanto fondamentale. "La gente non si rende conto di quanto impatti il giudizio altrui sulla vita di un atleta. È un lavoro difficile e le conseguenze della depressione sono reali e gravi."

Concludendo, Morata ha espresso che, inizialmente, desiderava rimanere nell’Atletico Madrid, ma ha compreso che la situazione non stava migliorando e ha sperato che in Italia le cose potessero seguire un percorso diverso. Questa testimonianza di vulnerabilità invita molti a riconoscere l'importanza del supporto psicologico nello sport e nella vita di tutti i giorni.

La storia di Morata rappresenta un’importante lezione su quanto possa essere fragili anche i campioni. Se sei un fan del calcio o una persona che si sente sola nella propria battaglia, ricorda: non sei solo e ci sono sempre persone pronte ad aiutarti.