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Netanyahu annuncia colpi mirati all'Iran: l'Europa chiede la protezione dei caschi blu

2024-10-14

Autore: Alessandra

In un contesto di crescenti tensioni, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha comunicato all'amministrazione Biden la sua intenzione di colpire obiettivi militari in Iran, evitando di attaccare direttamente le strutture nucleari o le riserve petrolifere. Secondo il Washington Post, Netanyahu sarebbe consapevole che un'azione militare di questi tipo potrebbe influenzare le prossime elezioni negli Stati Uniti.

Nel frattempo, il portavoce dell'Unifil, Andrea Tenenti, ha espresso grave preoccupazione per gli attacchi contro i peacekeeper nel sud del Libano, identificandoli come una violazione del diritto internazionale. Le forze di pace Onu hanno ribadito di rimanere nella regione, fondamentale per monitorare la situazione e garantire la sicurezza di tutti. I ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito hanno condannato gli attacchi e sottolineato la necessità di proteggere i caschi blu.

Le recenti operazioni militari israeliane hanno avuto un tragico bilancio: sono almeno 21 le vittime di un attacco aereo nel nord del Libano, messo a segno contro una località in cui si erano rifugiati sfollati. È la prima volta che quest'area viene colpita. Inoltre, l'Idf ha rivelato di aver distrutto una base sotterranea di Hezbollah, considerata parte del piano di invasione 'Conquista della Galilea'.

L'attenzione è alta anche per gli sviluppi nella Striscia di Gaza, dove un attacco aereo ha provocato numerosi feriti tra i civili. Secondo le fonti sanitarie palestinesi, il conflitto sta avendo un impatto devastante sulla popolazione, con ospedali già sopraffatti dalla situazione.

Questo aumento delle ostilità ha sollevato interrogativi sulle strategie israeliane e sulle retoriche di Netanyahu, mentre gli alleati europei sollecitano una de-escalation del conflitto. Inoltre, il Regno Unito ha annunciato sanzioni contro l'Iran in risposta all'escalation delle violenze, evidenziando la preoccupazione per un ulteriore deterioramento della sicurezza nella regione del Medio Oriente.