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Netanyahu ha deciso: nel mirino le strutture militari in Iran! Che cosa ha detto alla telefonata con Biden?

2024-10-09

Autore: Giulia

Negli ultimi sviluppi della tensione tra Israele e Iran, la conversazione telefonica tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è durata ben 50 minuti. Questo incontro telefonico arriva a un mese e mezzo dall'ultima comunicazione diretta tra i due leader. Durante la chiamata, a cui ha preso parte anche la vicepresidente Kamala Harris, è emerso il chiaro intento di Israele di indirizzare la sua attenzione verso le strutture militari iraniane.

Netanyahu ha fatto dichiarazioni molto incisive, affermando: "Se non combattiamo l'Iran, moriamo". Parole forti che riflettono la crescente preoccupazione di Israele di fronte alle attività militari iraniane, percepite come una diretta minaccia non solo per la nazione ebraica, ma per la stabilità del mondo libero. In un vertice notturno, il premier ha preso decisioni cruciali riguardanti la risposta israeli alla recente escalation di attacchi missilistici iraniani.

I rapporti dal fronte orientale rivelano che Hezbollah ha lanciato circa 90 razzi dal Libano verso l'Alta Galilea, con Israele che ha intercettato alcuni di essi. Gli attacchi hanno provocato danni, ma fortunatamente non sono state segnalate vittime immediatamente. Allo stesso modo, notizie tragiche giungono da Kiryat Shmona, dove due persone hanno perso la vita a causa di razzi lanciati da Hezbollah, un attacco rivendicato dal gruppo armato.

La situazione in Gaza continua a deteriorarsi, mentre i cittadini, già provati da settimane di conflitto, ora si trovano intrappolati in una crisi umanitaria senza precedenti. L'ospedale di Kamal Adwan è stato segnalato "quasi vuoto", e le scorte di medicinali e carburante si stanno rapidamente esaurendo. Tuttavia, l'esercito israeliano continua a intensificare le sue operazioni, con ripetuti bombardamenti su obiettivi di Hezbollah e Hamas, causandone la morte di molti combattenti.

In aggiunta, è emerso che gli ospedali nel nord della Striscia di Gaza stanno quasi svuotandosi a causa dell'evacuazione forzata da parte delle autorità israeliane. Intanto, i rifugiati in Libano aumentano, con casi che sfiorano i 59.000 sfollati, in cerca di sicurezza nei distretti settentrionali del paese.

Nonostante le gravi condizione umanitarie, le agenzie di stampa rivelano un piano di coordianamento tra Israele e Stati Uniti per decidere il prossimo passo da intraprendere contro il regime iraniano che non ha subito attacchi solo contro Israele, ma contro la stabilità globale.

Sullo sfondo di questa escalation, l'Unione Europea ha lanciato un ponte aereo umanitario per il Libano, cercando di alleviare le sofferenze di coloro che sono stati colpiti dalla crisi. Gli eventi delle prossime ore saranno fondamentali per capire come si evolverà questa drammatica situazione, con esperti che avvertono di una possibile intensificazione del conflitto in tutta la regione.