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"Non volevo che succedesse": la donna dietro la bufala di Trump sui migranti che mangiano animali domestici

2024-09-22

Una delle bufale più incredibili emerse recentemente è stata quella dei migranti haitiani che, secondo alcune affermazioni, si ciberebbero di cani e gatti negli Stati Uniti. Questa notizia falsa è stata ripresa da Donald Trump durante un dibattito televisivo con Kamala Harris, ma è stata immediatamente smentita da fact-checker e osservatori indipendenti. Oggi, Erika Lee, la residente dell'Ohio che ha originato questa fake news, ha parlato del suo rammarico per quanto accaduto: "È semplicemente esploso in qualcosa che non volevo accadesse".

La questione è paradossale: come può una menzogna propagatasi in una piccola cittadina come Springfield diventare un argomento di discussione in un dibattito presidenziale? Secondo i rapporti di NBC, il tutto è iniziato con un post su Facebook di Erika, in cui parlava della scomparsa del gatto di una vicina e poneva la responsabilità su presunti migranti haitiani. La testimonianza della vicina, Kimberly Newton, ha rivelato che non aveva prove di quanto dichiarato, e che le sue parole erano state male interpretate.

Oltre al post di Lee, rimosso poi dalla sua pagina, altre immagini e video sono emersi online come 'prove' di attacchi da parte della comunità haitiana. Una fotografia di un uomo con un'oca morta, ad esempio, è stata erroneamente associata a Springfield, mentre un video di una donna che cercava di mangiare un gatto proveniva invece da Canton, senza alcun legame con gli haitiani. Le autorità locali non hanno registrato alcun episodio di aggressione verso animali come descritto nelle fake news.

Nel frattempo, la situazione ha creato un clima di paura e tensione nella comunità, portando alla chiusura di scuole e uffici pubblici dopo che i funzionari hanno ricevuto minacce di attacchi. Erika Lee ha ritirato sua figlia da scuola e ha espresso la sua preoccupazione per la sicurezza della sua famiglia e della comunità haitiana. "Provo pena per la comunità haitiana – ha dichiarato. Se fossi nei loro panni, sarei terrorizzata anche io, temendo che qualcuno potesse darci la caccia per colpa di false affermazioni. Ancora una volta, non era quello che volevo fare".

Questa vicenda sottolinea l'importanza del fact-checking e di un'informazione responsabile, specialmente in un contesto così delicato come quello dell'immigrazione, dove le parole possono avere conseguenze devastanti. In un'epoca dove la disinformazione può diffondersi rapidamente grazie ai social media, è fondamentale essere vigili e scettici riguardo a notizie non verificate. L'addizione di tensioni sociali e razziali a situazioni già complesse non fa altro che aumentare il rischio di conflitti e divisioni all'interno delle comunità.