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Nordcoreani catturati dall'Ucraina: pericolo di rimpatrio e la possibilità di unirsi a Kiev

2025-01-13

Autore: Luca

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha lanciato una proposta di scambio senza precedenti. Ha dichiarato di essere disposto a restituire due soldati nordcoreani catturati in cambio di prigionieri di guerra detenuti in Russia. Sorprendentemente, Zelensky ha aperto la porta a diverse opzioni per i soldati nordcoreani, affermando che «per quei soldati che non desiderano tornare potrebbero esserci altre opzioni disponibili». Tra queste, la possibilità di rimanere in Ucraina per fornire testimonianze sulla guerra e sul reclutamento coercitivo in Corea del Nord.

Le testimonianze dei soldati sono agghiaccianti: uno di loro ha palesato il desiderio di tornare in patria, mentre l'altro ha abbozzato la possibilità di restare in Ucraina, indicando che tornerebbe solo «se necessario». Entrambi hanno rivelato che erano stati inviati a un corso di addestramento, ma si sono ritrovati a combattere in un conflitto lontano da casa.

Un parlamentare sudcoreano ha affermato che circa 300 soldati nordcoreani sono stati uccisi in Ucraina e 2.700 sono stati feriti. Tuttavia, Kim Jong-un non ha confermato mai pubblicamente il dispiegamento delle sue forze a fianco della Russia. Questo silenzio rende ancor più incerto il destino dei soldati catturati, i quali potrebbero unirsi a migliaia di nordcoreani che hanno disertato in Corea del Sud.

Secondo la Costituzione della Corea del Sud, i nordcoreani sono considerati cittadini: «Il territorio della Repubblica di Corea sarà costituito dalla penisola coreana e dalle isole adiacenti». Seul, non riconoscendo la Corea del Nord come uno stato sovrano, ha il dovere legale di proteggere i suoi cittadini e accogliere i disertori, anche i soldati.

Il pericolo di un ritorno in Corea del Nord è reale e inquietante. I due soldati potrebbero affrontare vere e proprie vendette da parte del regime: minacce verso le loro famiglie, interrogatori e punizioni per non aver obbedito agli ordini di farsi esplodere in caso di cattura. Elementi di prova suggeriscono che le autorità nordcoreane avevano imposto questo ferreo comando ai propri soldati.

Sempre Ethan Hee-Seok Shin, analista presso il Transitional Justice Working Group, ha sottolineato l'incertezza che circonda la situazione: «Non è chiaro se la Corea del Nord rivendicherà i due soldati, dato il rifiuto di Mosca e Pyongyang di ammettere ufficialmente il coinvolgimento nordcoreano nel conflitto. D'altro canto, la Russia potrebbe considerarli forze proprie e poi trasferirli a Pyongyang». Questo’accettazione potrebbe significare per i soldati rimpatriati un triste destino di prigionia e tortura.

Ci sono dunque appelli alla comunità internazionale affinché esortino l'Ucraina a non rimpatriare i soldati contro la loro volontà. La Corea del Sud avrebbe molto da guadagnare accogliendoli, poiché potrebbero fornire informazioni cruciali su come il Nord è coinvolto nel conflitto in corso. Tuttavia, si stima che i soldati catturati non abbiano intenzione di vivere tra i 'nemici' a sud del confine, nemmeno se ciò rappresentasse una delle poche vie di salvezza.