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Omicidio Bergamini: l'ex fidanzata condannata a 16 anni di carcere

2024-10-01

Sedici anni di reclusione: questo è l'esito della sentenza emessa dalla Corte d'Assise di Cosenza nei confronti di Isabella Internò, accusata di omicidio in concorso con ignoti per la morte del suo ex fidanzato, Donato Denis Bergamini, noto calciatore del Cosenza, avvenuta a Roseto Capo Spulico il 18 novembre del 1989.

La lettura della sentenza è stata effettuata dopo otto ore di camera di consiglio, durante le quali i giudici hanno ridotto la richiesta dell'accusa di 23 anni a 16, concedendo le attenuanti prevalenti sulle aggravanti. Isabella Internò, assistita dai suoi legali, ha visto anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dai diritti civili. Inoltre, è stata ordinata la condanna al risarcimento dei danni, la cui quantificazione avverrà in un secondo momento.

Dopo una lunga attesa, prima della sentenza, l'imputata ha espresso la sua posizione dichiarando: "Voglio solo dire che sono innocente e non ho commesso niente. Lo giuro davanti a Dio". Questa dichiarazione ha suscitato molte reazioni in aula, dove era presente anche la sorella di Denis, Donata Bergamini, insieme ai suoi figli.

Il dibattito in aula è stato acceso, con il procuratore di Castrovillari, Alessandro D'Alessio, che ha smentito qualsiasi pressione sulle indagini, sottolineando che la Procura si basa esclusivamente su prove concrete e non su suggestioni. L'avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, ha inoltre denunciato le allusioni e le tesi di complotto avanzate dalla difesa.

Un esperto testimone ha escluso anche la possibilità che Bergamini si sia suicidato a causa di depressione legata all'AIDS, sostenendo l'assenza di evidenze che potessero suggerire un contagio.

Anselmo ha chiuso la sua replica sottolineando: "Se Internò è innocente o colpevole lo deciderete voi, ma quello che è certo è che Denis è stato ucciso". Il legale di Isabella, Rossana Cribari, ha invece chiesto chiarimenti sulle modalità del presunto crimine, puntando il dito contro l'assenza di prove concrete per dimostrare il coinvolgimento della sua assistita.

Questa condanna segna un importante passo nella soluzione di un caso che rimane uno dei misteri irrisolti del panorama crime italiano. La famiglia Bergamini ha sempre lottato per ottenere giustizia per Denis, un atleta promettente la cui vita è stata tragicamente stroncata, e la sentenza di oggi potrebbe finalmente portare a un pochino di pace nella loro lotta per la verità.