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Omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come 'Diabolik': condanna all'ergastolo per Raul Esteban Calderon

2025-03-25

Autore: Giovanni

Il giudice ha inflitto l'ergastolo a Raul Esteban Calderon, conosciuto anche come Gustavo Aleandro Musumeci, per l'omicidio di Fabrizio Piscitelli, il capo ultras della Lazio noto come Diabolik, assassinato il 7 agosto 2019 nel Parco degli Acquedotti a Roma.

La sentenza, emessa dalla Terza Corte di Assise di Roma dopo oltre cinque ore di deliberazione, ha escluso l’aggravante del metodo mafioso, richiesta dai pubblici ministeri.

Calderon, che ha seguito il processo in videoconferenza dal carcere di Larino, si è mostrato impassibile durante la lettura della sentenza.

La tragedia ha colpito duramente la famiglia di Piscitelli: erano presenti in aula la madre, il fratello e la sorella, con quest'ultima che ha espresso la propria soddisfazione per la sentenza, sottolineando la necessità di giustizia per la perdita del familiare.

"Una sentenza opposta sarebbe stata un colpo all’ingiustizia – ha dichiarato – e mi auguro che si faccia chiarezza sui mandanti, i cui nomi sono noti da tempo."

Il processo, durato oltre due anni e composto da più di quaranta udienze, ha rivelato dettagli significativi sull'omicidio, tra cui testimonianze cruciali, un video del delitto e indagini approfondite.

Tra i testimoni c’era l’autista cubano di Piscitelli, presente al momento dell’atto violento.

Nonostante la condanna, la difesa di Calderon ha immediatamente annunciato l’intenzione di presentare ricorso in appello, sostenendo che il loro assistito non fosse l'autore dell'omicidio.

L'avvocato difensore ha espresso fiducia nel fatto che la giustizia avrà la meglio nel procedimento di appello.

L'omicidio di Piscitelli ha scosso il mondo degli ultras, portando nuovamente alla luce le tensioni e le rivalità legate al tifo calcistico in Italia.

Fabrizio Piscitelli era una figura controversa, molto conosciuta nella scena romanista, e la sua morte ha suscitato un ampio dibattito sulla violenza nei contesti sportivi e sulla necessità di interventi più incisivi per garantire la sicurezza.

Come evolverà la situazione in appello rimane da vedere, ma per ora la sentenza rappresenta un’importante tappa nella ricerca di giustizia per la vittima e la sua famiglia.