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Omicidio di Nada Cella, nuove speranze di giustizia dopo quasi 30 anni: processo per Anna Lucia Cecere, Marco Soracco e Marisa Bacchioni

2024-11-20

Autore: Sofia

Una svolta decisiva nel caso di Nada Cella, la giovane segretaria assassinata nel 1996 a Chiavari, riaccende le speranze di giustizia. A quasi trent'anni dalla tragica scomparsa, la Corte di appello di Genova ha deciso che Anna Lucia Cecere, l'ex insegnante accusata di omicidio, insieme al commercialista Marco Soracco e all'anziana madre Marisa Bacchioni, andrà a processo.

Il delitto, avvenuto il 6 maggio 1996 nello studio dove Nada lavorava, ha colpito profondamente la comunità locale e ha generato interrogativi ancora irrisolti. La riapertura del caso è avvenuta grazie all'analisi di vecchi atti da parte della criminologa Antonella Delfino Pesce e dall'avvocata della famiglia, Sabrina Franzone. I giudici hanno accolto il ricorso della Procura contro il proscioglimento dei tre imputati, ritenendo insufficienti le precedenti conclusioni e sottolineando che gli elementi indiziari emersi meritano un approfondimento. Questa decisione porta alla luce la scottante testimonianza di una madre in cerca di verità.

Silvana Smaniotto, la madre di Nada, ha detto: «Ho il cuore più leggero, sono contenta. È una restituzione di verità e giustizia». Ha elogiato il lavoro della polizia e della Procura, sottolineando come fosse ingiusto che non si fosse arrivati a un processo. La prima udienza è fissata per il 6 febbraio 2025 e si prevede che il dibattimento sarà lungo e complesso, data la delicatezza del caso e le diverse linee difensive.

Cecere è accusata di aver assassinato Nada per prendere il suo posto sia lavorativo che affettivo. Soracco e la Bacchioni sono accusati di favoreggiamento, poiché avrebbero tentato di coprire il presunto crimine. Nonostante le pesanti accuse, l'avvocato di Cecere, Giovanni Roffo, ha ribadito che la sua assistita non ha alcuna responsabilità nel delitto, promettendo una difesa rigorosa fondata su incongruenze nelle prove.

Il clamore mediatico attorno a questo caso ha riacceso l’interesse pubblico per un omicidio che ha suscitato emozioni e domande senza risposta per quasi tre decenni. Il lavoro di investigazione, ora ritenuto insufficiente, è stato rinnovato, riportando attenzione su ogni possibile dettaglio, inclusa la scoperta di un bottone simile a quelli rinvenuti sulla scena del crimine nell'abitazione di Cecere, ulteriore prova alimenta la scintilla di una giustizia sempre desiderata ma mai raggiunta.

Sarà interessante osservare come si svilupperà questo processo e quali elementi inaspettati potrebbero emergere nel corso del dibattimento.