Omicidio Vassallo: Il Legame Tra Camorra e Affari Illeciti nel Cilento
2024-11-09
Autore: Alessandra
«La camorra sta cercando di infiltrarsi nel Cilento», è questo l'allarme lanciato dal sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, al suo amico procuratore Alfredo Greco. Vassallo, noto per il suo impegno contro la mafia e per la tutela del suo territorio, esprimeva preoccupazione per un evidente aumento di attività illegali nella sua area.
Il procuratore Greco, di fronte a queste rivelazioni, decise di avviare indagini approfondite affidando il caso ai carabinieri della compagnia di Agropoli. Vassallo, costatando la scarsa fiducia nei confronti delle forze dell’ordine locali, scelse di comunicare le sue paure solo a una fidata collaboratrice. Tuttavia, la riunione destinata ad approfondire la situazione si sarebbe rivelata inutile, dato che Vassallo venne assassinato il giorno prima dell'incontro previsto.
Nel corso dell'estate del 2010, Vassallo scoprì che la costa di Acciaroli non era solo un bel luogo di villeggiatura, ma si stava trasformando in un grande hub di narcotraffico. Le indagini svolte dai carabinieri del Ros, sotto la direzione della procura di Salerno, hanno dimostrato che diversi elementi della criminalità organizzata napoletana, tra cui il gruppo Maurelli e i Casalesi, stavano operando nella zona.
Le intercettazioni ambientali che hanno coinvolto Romolo Ridosso hanno rivelato una rete di traffico di droga in continua espansione. Secondo il pentito Nicola Loreto, tale traffico non solo infastidiva altri clan, ma aveva anche come obiettivo l’eliminazione di Vassallo, un sindaco deciso a denunziare i legami illeciti. Ridosso e altri membri del gruppo vennero coinvolti nel sopralluogo a seguito dell’omicidio, confermando il loro ruolo nelle operazioni illegali.
La droga giungeva via mare, stoccata in un container a Torre Caleo, con la complicità di alcuni imprenditori locali, che avevano rapporti stretti con le forze dell’ordine. Un ulteriore sviluppo sconvolgente è emerso quando si è appreso che Eugenio D’Atri, complice di Ridosso, era intervenuto con aiuti significativi nella gestione delle operazioni di narcotraffico.
Inoltre, è emersa una collusione tra il clan Maurelli e narcotrafficanti sudamericani, con Maurelli stesso che agiva come intermediario in un giro d'affari che si estendeva fino ai Di Lauro di Secondigliano, dopo la scissione di quest'ultimo clan. Grazie agli ingenti profitti, Maurelli aveva potuto investire in attività imprenditoriali nella zona, mascherando i suoi affari illeciti attraverso prestanomi.
Le tensioni culminarono quando Vassallo cercò di fermare le operazioni illegali, nell'ambito delle sue iniziative di anti-narcotraffico. Infatti, la scoperta di un'imbarcazione sospetta, appartenente al boss Cipriani, portò Vassallo a chiudere alcuni locali in estate, come la discoteca Senza Fondo, accusata di spaccio. Questa determinazione di Vassallo, purtroppo, si rivelò fatale, con la crime wave che si intensificava e culminò nell'omicidio del sindaco, un tragico esempio di come la criminalità stesse cercando di espandere la sua influenza in aree prima incontaminate.