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Palermo in rivolta: lavoratori della cultura sfidano la nomina di Valerio Santoro al Teatro Biondo

2024-11-13

Autore: Giulia

A Palermo, il mondo della cultura è in fermento. La nomina di Valerio Santoro come nuovo direttore artistico del Teatro Biondo, il principale teatro di prosa della città, ha scatenato forti polemiche e proteste. Nonostante sia meno conosciuto rispetto ad altri candidati, molti nel settore culturale accusano Santoro di essere stato preferito grazie ai suoi legami con Fratelli d’Italia.

Valerio Santoro, attore nato nel 1972 a Caserta e fondatore della compagnia teatrale ‘La Pirandelliana’, è stato scelto tra un gruppo di quattro candidati, tra cui Rajeev Badhan, Alfio Scuderi e Luca Lazzareschi. Quest'ultimo, sostenuto da Forza Italia, sembrava essere un favorito. La sua affinata conoscenza del panorama culturale siciliano e la rete di relazioni avevano fatto pensare a una nomina meritocratica.

Il collettivo Operatori Spettacolo dal vivo Palermo ha scritto una lettera aperta al consiglio di amministrazione del Teatro, denunciando la mancanza di un processo decisionale trasparente e affermando che le scelte fatte rappresentano un mero scambio di favori politici piuttosto che una vera attenzione alle capacità artistiche e professionali. I firmatari hanno sottolineato che Palermo ha un ricco panorama culturale, con numerosi artisti pronti a contribuire in modo significativo al teatro e che il nuovo direttore non sembra in grado di valorizzare queste risorse.

La nomina di Santoro è stata accolta con delusione da molti attori e lavoratori dello spettacolo. Dario Muratore, un attore locale e portavoce della protesta, ha dichiarato: “Inizialmente speravamo che la lettera potesse far cambiare idea al Cda. Ora ci troviamo a dover 'googlare' il nuovo direttore per capire chi sia. Conoscevamo bene Lazzareschi, e avevamo sperato in una doverosa continuità artistica.

Il Teatro Biondo, da sempre un simbolo della cultura palermitana, deve affrontare una sfida significativa. Gli artisti locali temono che, sotto la gestione di Santoro, il teatro possa perdere la sua identità e la sua missione di innovazione culturale. Una petizione di cambiamento è già in circolazione, raccogliendo consensi da artisti e sostenitori. Ora, più che mai, la comunità culturale di Palermo è unita in una battaglia per difendere il proprio patrimonio e le proprie aspirazioni artistiche.