Paolo Crepet: La follia è "una forma di intelligenza straordinaria" ecco perché!
2024-11-18
Autore: Giulia
Cosa rappresenta realmente la follia se non è "una forma di intelligenza straordinaria"? Questa affermazione provocatoria ci invita a riflettere su un tema da sempre dibattuto: il legame tra genio e follia. E a parlarne ora è il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet, il quale ha condiviso le sue opinioni in un'intervista esclusiva.
La visione di Paolo Crepet sull'intelligenza è tanto affascinante quanto discutibile. Intervistato da 'Il Corriere della Sera' in prossimità dell'uscita della sua biografia, Crepet ha rivelato aspetti intimi della sua vita, un'esistenza che lui stesso definisce “divisa in due”: da un lato la psichiatria, dall’altro l’arte. Mentre la psichiatria gli ha fatto affrontare il dolore, l’arte gli ha permesso di apprezzare la bellezza in assenza di indifferenza, tanto diffusa nel mondo odierno.
Oggi, Crepet lancia un messaggio forte e chiaro: "Il dolore non ci muove più, siamo pronti ad uccidere per un paio di cuffie. Al contrario, l’arte dà valore al dolore". Sottolineando l'importanza delle esperienze vissute nei manicomi e negli ospedali psichiatrici, l’autore evidenzia la connessione tra follia e genialità. Egli definisce la follia come una "intelligenza immaginifica e visionaria", un universo complesso che supera le semplici nevrosi quotidiane.
Crepet condivide anche il suo personale viaggio, rivelando di sentirsi "un po' matto": "Ho sempre fatto cose inconsuete, ignorando le convenzioni sociali" ha sottolineato. La sua libertà di pensiero e di azione è ciò che lo ha reso ciò che è. Nonostante l'accademia lo abbia emarginato, egli trova gioia nell'interazione umana e nella comunicazione.
Tuttavia, le affermazioni più scottanti di Crepet riguardano la formazione e la responsabilità dei genitori. Durante interviste passate, ha criticato il comportamento di alcuni genitori che, secondo lui, "deresponsabilizzano" i propri figli, trasformandosi in "zombie". È allarmante per lui osservare come l’umanità non abbia mai visto un livello di intelligenza tanto basso: "Portare i bambini a diventare dipendenti da un caffè zuccherato non è solo irresponsabile, è deleterio per il loro sviluppo e comprensione del mondo".
Quest'estate ha dichiarato: "Imbecille ti ci fanno diventare!", alludendo alla delega delle responsabilità educative. Secondo Crepet, è fondamentale che l'educatore imparti valori e insegnamenti senza precauzioni eccessive, proprio come sua nonna faceva con lui: "Cadi dalla bicicletta? Ti tiri su!". Un approccio diretto che oggi sembra essere ormai scomparso, sostituito da una protezione eccessiva nei confronti dei giovani.
La sfida lanciata da Crepet è chiara: "Insegniamo ai giovani a essere bastian contrari!" Un invito a formare menti critiche, capaci di pensare indipendentemente e di affrontare la vita con coraggio e libertà. In un mondo in continuo cambiamento, queste parole suonano come un monito fondamentale per il futuro della nostra società.