Perché i casi di demenza triplicheranno entro il 2060: Una crisi imminente
2025-01-15
Autore: Francesco
Le demenze rappresentano un gruppo di malattie neurodegenerative che portano a un declino progressivo delle capacità cognitive, inclusa la memoria, la concentrazione e il giudizio. Attualmente, oltre 55 milioni di persone nel mondo ne soffrono, con circa 1,2 milioni in Italia; tra questi, un 60-70% circa sono affetti da Alzheimer. Secondo una ricerca dell'Università Johns Hopkins e altre istituzioni statunitensi, è previsto che il numero di casi di demenza raddoppi nei prossimi anni, specialmente tra coloro che superano i 55 anni, con un drammatico incremento atteso, che potrebbe addirittura triplicare entro il 2060. Questo fenomeno è fortemente attribuito all'invecchiamento della popolazione.
La generazione dei Baby Boomer, composta da coloro nati tra il 1946 e il 1964, sarà tra le più colpite. Entro il 2040, questi individui avranno almeno 75 anni, un'età in cui il rischio di demenza aumenta notevolmente. Ricerche indicano anche che fattori come l'ipertensione, il diabete, l'obesità, diete poco salutari e uno stile di vita sedentario sono tutti modificabili, eccezion fatta per la predisposizione genetica.
C’è una crescente preoccupazione tra gli esperti, poiché l'aumento previsto dei casi di demenza richiederà politiche sanitarie adeguate e una ristrutturazione significativa dei servizi sanitari, al fine di affrontare questa crisi. I dati della ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Medicine.
Giovani e Alzheimer: una triste realtà
Lo studio basato sull'Atherosclerosis Risk in Communities Neurocognitive Study (ARIC-NCS) ha trovato che il rischio di sviluppare demenza dopo i 55 anni è in media del 42%, con una percentuale maggiore nelle donne. È allarmante notare che rispetto alle stime precedenti, si verifica un esordio della malattia sempre più precoce.
Fattori di rischio e disuguaglianze razziali
Un altro aspetto interessante emerso dallo studio riguarda il rischio differenziale associato alla razza: gli adulti di colore mostrano una maggiore incidenza di diagnosi e un esordio più precoce rispetto agli adulti bianchi. Questa disparità può essere influenzata da fattori socioeconomic come accesso all'istruzione e cura della salute, con posizioni che necessitano interventi immediati.
Genetica e Alzheimer
Il rischio di demenza è significativamente aumentato tra coloro che possiedono la variante genetica APOE4, un noto fattore di rischio per l'Alzheimer. Gli anziani con due copie di questo gene dimostrano un rischio del 59% di sviluppare demenza. Le proiezioni indicano che un americano su due potrebbe affrontare seri problemi cognitivi dopo i 55 anni.
Ambiente e fattori esterni
Oltre all'invecchiamento e alla genetica, fattori come l’esposizione a metalli pesanti, come alluminio e fluoro presenti nell'acqua potabile, potrebbero contribuire all'aumento del rischio di demenza. Recenti studi hanno rivelato associazioni tra virus comuni, come l'Herpes simplex, e lo sviluppo di demenze, il che invita a ulteriori ricerche.
Prevenzione e stili di vita
Nonostante le previsioni inquietanti, gli esperti segnalano che una gestione consapevole di determinati fattori di rischio può ridurre significativamente la probabilità di sviluppare demenza. Questo include il controllo della pressione sanguigna e del colesterolo, una dieta equilibrata e l'attività fisica regolare. È cruciale migliorare l'educazione e l'accesso ai servizi sanitari per le comuni problematiche, specialmente nelle comunità più vulnerabili.
Diagnosi tempestive e politiche sanitarie
Infine, la diagnosi della demenza deve evolversi: i medici sono ora incoraggiati ad utilizzare biomarcatori specifici per identificare precocemente l'Alzheimer, promuovendo l'utilizzo di terapie innovative. È appurato che ci sia un urgente bisogno di politiche preventive che affrontino sia il calo cognitivo che l'invecchiamento per ridurre la crescente onere delle demenze.
Con il costo di questa situazione che continua a crescere, il mondo sostiene una chiamata all'azione per creare un cambiamento significativo in tema di salute pubblica, prima che sia troppo tardi.