Puglia, Scontro Politico su Nomine Pubbliche: Emiliano Accusa Capone
2025-01-03
Autore: Giulia
Un conflitto senza precedenti sta scuotendo la Puglia, portando le due figure più influenti della regione – il governatore Michele Emiliano e la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone – in una crisi palpabile. Emiliano, ex magistrato e leader di lungo corso nel centrosinistra pugliese, ha sollevato accuse contro Capone, avvocata e vicepresidente del Partito Democratico, in seguito a un emendamento controverso proposto dalla consigliera grillina Antonella Laricchia.
Questo emendamento, che richiede un controllo sulle nomine politiche della giunta regionale, ha innescato un acceso dibattito. Durante una sessione notturna del Consiglio, è stato approvato con 24 voti favorevoli, mentre ben 20 consiglieri si sono dichiarati contrari. La confusione è aumentata quando il monitor della votazione ha erroneamente dichiarato l'emendamento respinto, sebbene, secondo le procedure, fosse sufficiente una maggioranza semplice. La presidente Capone e altri membri dell’opposizione hanno contestato la decisione ma Emiliano, sostenuto dal suo vice, ha insistito che poiché si stava discutendo un bilancio, fosse necessaria una maggioranza qualificata di 26 voti.
Dopo ulteriori verifiche, è emerso che Emiliano aveva torto e l'emendamento di Laricchia è stato successivamente incluso nella legge. Ma qui si è aperta una nuova controversia: il governatore, dopo aver informato Capone delle sue preoccupazioni, ha deciso di scrivere al procuratore capo di Bari per chiedere chiarimenti sulla legittimità della legge.
Questo gesto ha sorpreso e fatto scalpore nella scena politica pugliese: mai prima d'ora si era assistito a un simile intreccio tra istituzioni locali e componenti della magistratura. Capone ha dichiarato che il Consiglio aveva rispettato un voto legittimo e che l’errore formale sarebbe stato corretto. Ora, la questione dovrà tornare in aula dopo l'Epifania, facendo temere che possibili modifiche all’emendamento potrebbero essere introdotte per limitare il controllo sulle nomine.
Inoltre, la controversia non si ferma qui: c'è anche un'altra proposta in sospeso, che obbligherebbe i sindaci in carica a dimettersi sei mesi prima delle prossime elezioni regionali. Questa misura era stata approvata con un voto segreto, ma ora si prevede che anche quella norma verrà messa nuovamente sotto voto. L’emozione e la tensione sono palpabili nei corridoi del Consiglio, con voci che suggeriscono che Emiliano potrebbe essere molto infastidito per il fatto che la sua maggioranza abbia clamorosamente “ceduto” su una questione così critica.
La situazione rimane quindi in bilico, con l'opinione pubblica e gli osservatori politici pronti a seguire l’evolversi di eventi che potrebbero cambiare radicalmente la gestione delle nomine pubbliche in Puglia. Riuscirà Emiliano a riprendere il controllo della situazione oppure questo scontro porterà a un cambiamento decisivo nel panorama politico regionale? Solo il tempo potrà rivelarlo.