Richard Gere: «Vivo in Spagna, ho lasciato Los Angeles 35 anni fa. Mio padre è morto poco tempo fa, in questo film c'è tanto di lui»
2024-12-24
Autore: Francesco
Richard Gere torna al cinema con Oh Canada
Richard Gere torna a lavorare con Paul Schrader nel nuovo film Oh Canada, in uscita il 16 gennaio. A 75 anni, il sex symbol di American Gigolo affronta una nuova sfida attoriale interpretando Leonard Fife, un documentarista che decide di raccontare la sua vita in una lunga intervista ai suoi allievi, conosciuti per la loro ammirazione nei suoi confronti. Sua moglie, interpretata da Uma Thurman, assiste alla confessione in cui Leonard rivela verità sorprendenti su di sé, in contrasto con l'immagine pubblica che ha costruito nel corso degli anni. In questo film, che è un adattamento del romanzo di Russell Banks, l’eroico disertore diventa un personaggio complesso e vulnerabile.
Preparazione per il ruolo
Gere ha parlato del suo approccio al ruolo, affermando di sentirsi in ottima forma e di essere pronto a interpretare un personaggio alla fine della propria vita. Ha sottolineato l'importanza di prepararsi per il ruolo, ammettendo di aver dovuto studiare a fondo per rendere giustizia a un personaggio di 85 anni che affronta la malattia e la confusione della vecchiaia.
Riflessioni sulla vita e politica
L'attore ha condiviso anche le sue riflessioni sulla vita e la politica attuale, esprimendo preoccupazione per l'assetto politico degli Stati Uniti e per l'influenza dei miliardari nella società. È un attivista noto per la causa tibetana e ha sempre avuto a cuore le questioni sociali.
Un momento toccante
In un momento toccante, Gere ha parlato della morte del padre, avvenuta poco prima delle riprese, e di come questo evento abbia influenzato la sua performance nel film. La sua esperienza con il genitore ha dato profondità al personaggio che interpreta, evidenziando il legame tra l’arte e la vita personale.
Un'interpretazione intensa
Con il suo fascino senza tempo e la sua dedizione all’arte, Richard Gere si prepara a regalare al pubblico una performance intensa e emotiva, evidenziando non solo la fragilità umana, ma anche la bellezza della resilienza.