Finanze

Rinnovo Metalmeccanici: Si Prevede un Aumento di 173 Euro, Ma i Rischi Sono Reali!

2024-12-29

Autore: Francesco

Federmeccanica ha aperto ufficialmente alla revisione del contratto nazionale dei metalmeccanici, in un gesto di apertura verso i sindacati. Dopo una fase di mobilitazione che culminerà il 15 gennaio 2025, le parti potrebbero riprendere il dialogo. A rivelarlo è stato il Direttore Generale Stefano Franchi in un'intervista esclusiva a Adnkronos.

Tuttavia, il tema centrale rimane quello del salario. I sindacati hanno richiesto un incremento salariale di 280 euro con verifiche annuali sugli scostamenti da effettuare ogni giugno, basate sull'indice IPCA NEI.

Gli industriali, però, si sono limitati a promettere l’indice IPCA NEI. Ma la disponibilità mostrata da Federmeccanica e Assistal ai sindacati nasconde un rischio rilevante. Qual è? Scopriamolo insieme.

Aumento di 173 Euro: Dettagli e Conseguenze

Secondo Franchi, “Garantiamo l’adeguamento dei minimi tabellari all’inflazione IPCA NEI, che ha generato incrementi senza precedenti.” Fino a oggi, il settore ha visto un aumento retributivo superiore del 40% rispetto al resto dell’industria, grazie a una clausola di garanzia.

Al tavolo delle trattative, gli industriali non hanno ancora presentato una proposta economica concreta e garantita per i metalmeccanici. L’unica offerta sul piatto è il riallineamento dei minimi tabellari secondo l’indice inflattivo IPCA NEI dell'anno precedente, come prevede la clausola di garanzia del CCNL.

Un documento trapelato durante le discussioni svela che “con l’adeguamento ex post dei minimi tabellari all’IPCA NEI, sulla base delle stime disponibili, l’incremento totale si stima in 173,37 euro per il periodo 2025-2028” (livello C3).

Considerando che il rinnovo interesserà il triennio dal 1° luglio 2024 al 30 giugno 2027, è probabile che la somma finale per il rinnovo sia anche inferiore ai 173,37 euro.

Rischi dell’Indice IPCA NEI: Cosa Significa per i Lavoratori?

Collegare gli aumenti a un indice inflattivo, senza garanzie di aumenti periodici fissi, rappresenta un grave pericolo per i lavoratori. Questa situazione potrebbe portare a non vedere mai realizzati gli aumenti salariali, che rimarrebbero delle mere stime.

In sintesi, i 173,37 euro "promessi" potrebbero svanire nel nulla se l'ISTAT registrerà un'inflazione più bassa. Questa non è affatto un'ipotesi remota, soprattutto alla luce delle recenti politiche monetarie restrittive della BCE, che ha avviato un “processo disinflazionistico". Dunque, i metalmeccanici sono avvisati: preparatevi a una battaglia per i vostri diritti! Non perdetevi gli aggiornamenti per capire come evolverà questa situazione cruciale per il futuro del settore.