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Ritrovamento shocking: un Boeing disintegrato in mare, rivelazioni inquietanti sul volo China Airlines 611!

2024-10-06

Il 25 maggio 2002, il volo China Airlines 611, partito da Taipei con destinazione Hong Kong, si trasformò in un incubo quando esplose in volo e scomparve dai radar, disintegrandosi nei pressi delle isole Penghu, nello Stretto di Taiwan. A bordo si trovavano 225 persone, tutte destinate a un tragico destino.

L'incidente e il recupero delle vittime

Il Boeing 747 decollò dall'Aeroporto Internazionale Chiang Kai-Shek alle 14:50 in perfette condizioni, ma in un tragico arco di 27 secondi prima dell'incidente, iniziò a salire rapidamente. Riuscì a mantenere i limiti imposti, ma poco dopo svanì dai radar senza alcun segnale d'emergenza. Che fine aveva fatto l’aereo?

La torre di controllo, accortasi della situazione, attivò immediatamente i soccorsi, portando all’avvistamento di macchie di olio e rottami in mare da un aereo militare C-130 intorno alle 17:05, al largo di Makung. La Guardia Costiera, insieme alla Marina e a navi da pesca, confermò l'identità del volo China Airlines 611 e recuperò 175 delle 206 persone a bordo, alcuni dei quali erano ancora seduti nei loro posti con le cinture allacciate.

Un dato allarmante emerso durante le indagini fu che il 92% delle vittime recuperate in acqua si trovavano nella parte posteriore dell'aereo, nelle file 42-57, mentre coloro ritrovati nel velivolo affondato erano nella parte anteriore. Inoltre, i passeggeri delle file posteriori erano senza abiti o con vestiti strappati, mentre gli altri indossavano i loro abiti normali. Ciò portò a ipotizzare che l'esplosione iniziasse nella parte posteriore.

Le indagini

I dati radar rivelarono che l'aereo si era spezzato in quattro parti, ma cosa causò un disastro così devastante? La scatola nera rivelò che, oltre alla rapida ascesa dell'aereo, uno dei motori stava perdendo potenza poco prima dell'incidente. Il rapporto finale attribuì il disastro all'affaticamento del metallo, risultato di una manutenzione scadente, eseguita a causa di un incidente avvenuto anni prima. Il Boeing non solo era coinvolto in un evento noto come "tailstrike" nel febbraio del 1980, ma aveva anche subito riparazioni inadeguate.

Nonostante la riparazione temporanea effettuata nel 1980, gli inquirenti osservarono che la riparazione non rispettò i protocolli di Boeing, e la fusoliera non era adeguatamente sostituita. Il velivolo continuò a volare per ben 22 anni, ma le ripetute pressurizzazioni e depressurizzazioni danneggiarono irreparabilmente la fusoliera fino a che, nel maggio 2002, si verificò la catastrofe.

China Airlines contestò il rapporto, sostenendo l'assenza di prove concrete riguardo la manutenzione scadente come causa del disastro. Tuttavia, le indagini trovarono prove fotografiche antecedenti al disastro che documentavano macchie di nicotina intorno alla zona danneggiata, segno di crepe che si erano formate nel tempo, senza che nessuno se ne accorgesse.

I precedenti

Non è l'unico incidente aereo attribuibile a un tailstrike. Il 12 agosto 1985, un volo della Japan Airlines si schiantò a terra dopo aver perso la coda a causa di una riparazione errata. Questo tragico evento costò la vita a 520 persone, collocandolo tra i peggiori disastri aerei della storia. Continuano a sollevarsi interrogativi: sono sufficienti i miglioramenti nella sicurezza aerea per prevenire tragedie simili in futuro?