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Roberto Mancini: "60 anni? No, 6 volte lasciare la Nazionale. Una scelta sbagliata, ho un conto in sospeso: sogno di tornare per vincere i Mondiali"

2024-11-27

Autore: Giulia

Il 13 settembre 1981, un giovane Roberto Mancini, di appena 17 anni, entra nel mondo del calcio professionistico sotto gli occhi attenti di Tarcisio Burgnich, ex grande calciatore e ora allenatore del Bologna. Ma cosa c'era dietro questo talento marchigiano? Mancini, nato a Jesi da mamma infermiera e papà falegname, era un bambino vivace e appassionato di calcio fin dalla più tenera età. Vicino a casa, a scuola e in parrocchia, il pallone era il suo unico pensiero.

Dopo un'infanzia dedicata a giocare con il pallone contro il muro, Mancini si presenta a un provino per il Bologna, grazie a una scusa inventata da papà per farlo accompagnare dal dentista. In quella occasione, nonostante inizialmente fosse convinto di essere stato scartato, si guadagna un posto nella squadra giovanile.

L'adattamento però non è facile: a soli 14 anni si trasferisce a Bologna, lontano da casa e dalla famiglia, affrontando il trauma del distacco con le sole telefonate a pagamento come contatto. Passano pochi anni e, dopo un brillante esordio in Serie A, si afferma come uno dei più promettenti attaccanti del campionato.

La sua carriera decolla con la Sampdoria, dove rimarrà per ben 15 anni, vincendo lo scudetto e raggiungendo la finale di Coppa dei Campioni. Qui trova anche una lunga amicizia con Gianluca Vialli e insieme vivono un'epoca dorata, contribuendo a rendere la squadra ligure una delle più forti d'Europa.

Dopo un breve passaggio alla Lazio, Mancini si affaccia al mondo dell’allenamento, con un inizio da assistente di Sven-Göran Eriksson, prima di passare a club di grande prestigio come Fiorentina e Manchester City.

Nel 2018, il sogno di diventare commissario tecnico della Nazionale italiana si avvera. Sotto la sua guida, l'Italia torna a brillare, soprattutto con la vittoria agli Europei, ma la recente mancata qualificazione ai Mondiali ha lasciato un segno profondo in lui.

Ora, a pochi giorni dal suo sessantesimo compleanno, Mancini riflette sui suoi anni in azzurro. Con un sentimento di nostalgia e riconoscenza, riconosce di avere un "conto in sospeso" con i tifosi italiani e sogna di tornare per portare l'Italia a vincere un altro Mondiale. "Se potessi tornare indietro, farei tutto in modo diverso", confida, senza nascondere il rammarico per una decisione che sente di aver preso con incomprensioni alla Federazione.

La sua esperienza recente in Arabia Saudita, comunque, rappresenta un'opportunità d’apprendimento e di crescita, anche se ammette che non rifarebbe la scelta di lasciare l'azzurro.

Quali saranno i prossimi passi di Roberto Mancini? Il mister sogna di alzare nuovamente la Coppa del Mondo e, come dice, "ho ancora un conto in sospeso". Gli auguriamo un compleanno colmo di successi e soddisfazioni, anche se "diciamo 6 volte 10, è meglio".