Roma, Mancini: "Ranieri da avversario mi odiava. Così come un collaboratore di De Rossi"
2025-04-07
Autore: Sofia
Il difensore della Roma, Gianluca Mancini, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Tv Play, affrontando vari temi legati alla sua carriera e alla situazione attuale del club giallorosso.
Mancini ha iniziato condividendo un episodio curioso legato all’arrivo di Daniele De Rossi sulla panchina della Roma: "Quando De Rossi è arrivato, un suo collaboratore mi ha salutato in modo piuttosto strano. Dopo qualche giorno, mi ha confessato di non sopportarmi, arrivando addirittura a dire che avrebbe voluto farmi investire! Fortunatamente, dopo una settimana si è scusato, ammettendo di aver frainteso la mia personalità. Sono sempre stato un ragazzo con tanto da dare, e ora sto cercando di migliorare ulteriormente in campo".
Parlando dell'arrivo di Claudio Ranieri, Mancini ha rivelato: "Non ho mai avuto un buon rapporto con lui da avversario. Ranieri mi ha confessato che mi odiava quando giocava contro di me. Ho attraversato una fase di evoluzione, poiché spesso ricevevo cartellini e mi lasciavo andare a reazioni impulsive. Devo ammettere che l'atteggiamento nei confronti degli arbitri è cambiato da allora: ora so gestire meglio le situazioni e non prendo espulsioni inutili. Ricordo una brutta esperienza in Coppa Italia, dove ho ricevuto tre giornate di squalifica: mi scusai sinceramente per quell'errore".
Mancini ha anche parlato della sua evoluzione tattica: "Fonseca, in un periodo di emergenza, mi ha fatto giocare come centrocampista, ma oggi ho maggior comfort in difesa. Ho ricoperto varie posizioni, dal braccetto al centrale di difesa, e penso di poter rispondere bene in una difesa a tre o a quattro. La versatilità è una mia forza".
Il centrale difensivo ha anche speso parole di elogio per Mats Hummels, considerato un grande professionista: "Avere al tuo fianco un campione come Hummels è importante, sia in campo che fuori. A 36 anni, gioca ancora ai massimi livelli, e spero un giorno di raggiungere la sua longevità nel calcio. Ho ammirato il suo intervento su Kulusevski, un vero e proprio capolavoro: quando io avrei ricevuto un rosso, lui si è rialzato come se nulla fosse!".
Riflettendo sul suo sogno di giocare in Nazionale, Mancini ha detto: "L'allenatore Spalletti mi ha dato fiducia convocandomi all'Europeo, un'esperienza che non è andata come speravamo. Giocare per la Nazionale è il sogno di ogni bambino, e continuerò a dare il massimo per tornare a essere convocato. Se non dovesse arrivare l'occasione, comunque sarò sempre un tifoso appassionato".
Riguardo alla gestione da parte dell’allenatore e alla sua disponibilità a sedere in panchina, Mancini ha commentato: "Ci sono momenti in cui un allenatore prende decisioni difficili, e io capisco che parte della rosa è composta anche da altri 24 calciatori. È fondamentale mantenere un attitudine positiva e approfittare delle opportunità quando si presenta la possibilità di entrare in campo".
Ha parlato anche del passaggio da Rui Patricio a Mile Svilar in porta: "Rui Patricio era un portiere di grande esperienza e preparazione. Oggi Svilar porta un’energia fresca e mi dà molta sicurezza. Il calcio è cambiato e anche il ruolo del portiere ha subito dei mutamenti notevoli".
Infine, Mancini ha espresso il suo desiderio di vivere nuove esperienze all'estero: "Se dovessi scegliere, l'Inghilterra sarebbe per me una meta ambita. Gli stadi italiani sono magici, ma l'atmosfera dei campionati inglesi è unica e molto stimolante. Ogni partita all'Olimpico sembra una finale, e questo è ciò che rende speciale giocare in Italia".