Nazionale

Rozzano, il killer Daniele Rezza confessa l'omicidio alla madre. La fuga e il piano di depistaggio

2024-10-13

Autore: Sofia

Un dramma avvenuto nella notte

Un'immagine agghiacciante del dramma: Manuel Mastrapasqua, trentuno anni, giace sull'asfalto di viale Romagna a Rozzano, con un ombrello e un pacchetto di biscotti accanto a lui, il telefono immerso in una pozza di sangue. È il 13 ottobre, le 2:58 del mattino. Morirà poco dopo, alle 3:49, a causa di una profonda ferita da arma bianca nel petto destro. L'autore di questo atto brutale è Daniele Rezza, un diciannovenne che, dopo il crimine, confessa ai genitori di aver aggredito una persona e chiede al padre di disfarsi delle cuffie wireless rubate a Manuel. Un gesto che rivela la sua volontà di nascondere il crimine.

Il Piano di fuga

Dopo aver disertato la scena del delitto, Daniele medita la sua fuga. Rende noto ai suoi genitori la gravità della situazione e, insieme al padre, si dirige verso la stazione per prendere un autobus diretto a Torino, con l'intento di espatriare. Tuttavia, il suo piano si interrompe ad Alessandria, dove viene fermato dagli agenti della Polizia Ferroviaria. Il suo comportamento sospetto attira l'attenzione e, una volta interpellato, confessa: "Ieri ho ucciso una persona". Un delitto commesso per un paio di cuffie dal valore irrisorio di 14 euro, come sottolineato dalla pm Maria Letizia Mocciaro.

Dettagli inquietanti

La fuga di Daniele è ulteriormente complicata dalle prove incriminanti. Durante una perquisizione della sua casa, i carabinieri rinvengono abiti identici a quelli indossati durante l'omicidio, immortalati dalle telecamere di sorveglianza. Le immagini mostrano Daniele con un coltello in mano mentre si dirige verso Manuel, pronto a colpirlo. La scena finale, catturata con drammatica chiarezza, rivela l'ultimo attimo di vita di Manuel, intento a difendersi, prima che Daniele lo colpisca al torace.

Un omicidio per poche euro

Il movente dell'omicidio è chiaro: una rapina per tre foret di cuffie. Ma la motivazione risuona vuota e angosciante; Daniele stesso dichiara che quella notte è uscito per "il nervosismo". La tragica banalità del delitto lascia senza parole: un gesto impulsivo, tragicamente concepito da una mente che non ha saputo frenare la violenza. Daniele Rezza è ora in attesa di giudizio nel carcere di San Vittore, e domani si svolgerà l'udienza di convalida per le accuse gravissime a suo carico. L’intera comunità di Rozzano è sotto shock, mentre gli abitanti si interrogano su come una simile tragedia possa accadere nella loro città.