Scienza

Ryugu: il campione di asteroide preda dei batteri, scoperta che cambia tutto!

2024-11-29

Autore: Giulia

Un incredibile campione dall'asteroide Ryugu, prelevato dalla sonda giapponese Hayabusa2 e riportato sulla Terra nel 2020, è stato colonizzato in tempi record da microrganismi terrestri. Questa sorprendente scoperta, guidata dagli scienziati dell'Imperial College di Londra, solleva importanti interrogativi sulla contaminazione dei campioni extraterrestri e sulla resilienza dei batteri della Terra che potrebbero sopravvivere in ambienti alieni.

Analisi del campione e colonizzazione

Ryugu, un asteroide di circa 900 metri di diametro, è stato oggetto di analisi approfondite, incluse tecniche avanzate come la tomografia computerizzata a raggi X. Inizialmente, non si riscontravano microbi, ma dopo solo una settimana di esposizione all'atmosfera terrestre, gli scienziati hanno osservato la comparsa di ben 11 microbi. Una settimana dopo, la situazione è precipitata, con il numero di colonizzatori terrestri che è schizzato a 147.

Gli esperti credono che questi microbi, presumibilmente batteri del genere Bacillus, si siano insediati nel campione una volta esposto all'atmosfera, dimostrando di non essere originari dell'asteroide. Un membro del team di ricerca ha dichiarato: "Il fatto che i microbi terrestri siano i migliori colonizzatori della Terra implica che non possiamo escludere completamente la contaminazione terrestre. Sebbene solitamente non ci siano problemi se possiamo identificare la fonte, diventa complicato quando si afferma che la natura 'incontaminata' di un campione sia prova di caratteristiche extraterrestri".

Implicazioni per la ricerca di vita extraterrestre

Questa scoperta offre anche spunti affascinanti per la ricerca di vita su altri pianeti. I risultati indicano che i microrganismi terrestri non solo possono sopravvivere, ma anche metabolizzare materiali extraterrestri, suggerendo che eventi di contaminazione possono verificarsi durante le missioni spaziali. Le teorie su possibili contaminazioni sono molte, e una delle più recenti coinvolge le storiche missioni Viking su Marte degli anni '70, addirittura!

"Sulla Terra, abbiamo a disposizione un’enorme quantità di materiale organico, ma su pianeti come Marte, i materiali organici non terrestri potrebbero sostenere forme di vita. Le nostre scoperte suggeriscono che le missioni spaziali potrebbero effettivamente contaminare gli ecosistemi extraterrestri," ha spiegato uno dei ricercatori. "Questo dimostra anche che i microrganismi terrestri sono incredibilmente abili nella colonizzazione rapida".

Conclusione

La ricerca, con i suoi risultati sbalorditivi, è stata pubblicata sulla rivista Meteoritics & Planetary Science. Chi desidera addentrarsi in questo argomento affascinante può consultare l'articolo originale, che offre ulteriori dettagli e dati.