Finanze

Saab, l'addio definitivo alla storica fabbrica svedese segna la fine di un'epoca

2024-12-18

Autore: Marco

La crisi del mercato automobilistico ha lasciato un'impronta indelebile, mietendo vittime in tutto il settore. Gli operai di numerosi stabilimenti si sono trovati in difficoltà, con molti costretti a fare i conti con il licenziamento o, nel migliore dei casi, con la cassa integrazione. Dopo il periodo critico del Covid, la domanda di automobili ha subito un crollo significativo, e la transizione dai veicoli a motore termico a quelli elettrici ha complicato ulteriormente la situazione. Le case automobilistiche si sono trovate a investire ingenti somme per lo sviluppo di nuovi modelli, che alla fine hanno riscosso meno successo del previsto.

Anche la Germania, storicamente considerata la locomotiva d'Europa, è in difficoltà. Volkswagen, un tempo leader indiscusso nel settore, sta affrontando una crisi profonda, con operai in rivolta e manifestazioni che si fanno sempre più frequenti.

Il declino di Saab

La crisi attuale ha radici più profonde e affonda nel passato. La pandemia non è stata altro che l'ultima di una serie di mazzate devastanti per un mercato già piegato dalla crisi finanziaria del 2007-2008, che portò alla scomparsa di diversi costruttori importanti, tra cui Saab. Nata nel 1945, la società svedese non era solo un produttore di automobili, ma si era affermata anche in altri settori, come quello aereo, diventando un simbolo di eccellenza nazionale. Infatti, oltre alle auto, la Saab aveva iniziato a produrre aerei e, dal 1969, aveva anche unito le forze con Scania-Vabis, produttrice di veicoli industriali noti per la loro affidabilità.

Nel 1990, Saab entrò a far parte della galassia General Motors, che acquistò il 51% delle quote con la possibilità di acquisire il resto entro dieci anni, cosa che avvenne nel 2000.

L'addio definitivo

Tuttavia, dopo un iniziale periodo di prosperità, nel 2008 General Motors fu costretta a disinvestire da Saab, che si trovò in amministrazione controllata. Nel 2010, un tentativo da parte di Spyker Cars di salvare il marchio non ebbe successo, e la produzione fu interrotta. Né il successivo tentativo di rilancio da parte di NEVS portò risultati concreti. Nel mese di aprile scorso, NEVS è stata obbligata a restituire il marchio all'originario produttore di aerei, segnando così la fine di un'era. Oggi, l'azienda svedese si appresta a smembrare definitivamente lo stabilimento di Trollhättan, simbolo di una grande tradizione industriale. Questa situazione solleva interrogativi sul futuro dell'industria automobilistica svedese e sull'eredità di un marchio che per decenni ha rappresentato l'innovazione e la qualità.