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Sciami di droni misteriosi minacciano le basi militari degli Stati Uniti: il Pentagono si trova in crisi

2024-10-14

Autore: Alessandra

Negli ultimi dodici mesi, alcune delle più strategiche basi militari americane hanno subito sorvoli inquietanti da parte di sciami di droni sconosciuti, molto probabilmente legati a operazioni di spionaggio concepite da potenze mondiali come Cina e Russia. Il Pentagono, sebbene abbia spesso mostrato abilità nell'intercettazione di droni nemici in contesti di guerra all'estero, sembra sorprendentemente vulnerabile sul suolo americano. Le indagini sulle ripetute violazioni dello spazio aereo hanno prodotto risultati deludenti, mentre le attuali normative nazionali pongono ingenti limiti sulla possibilità di abbattere o catturare questi velivoli intrusi.

Le basi militari colpite includono la Navale di Norfolk, la più grande al mondo, sede anche di una importante installazione NATO; la base aerea di Langley, che ospita aeromobili all'avanguardia come F-35 e F-22 Raptor; e una sensibile base nucleare nel Nevada, nelle vicinanze di Las Vegas. Un reportage dettagliato pubblicato sul Wall Street Journal ha messo in evidenza che alcuni di questi sorvoli sono avvenuti in modo sistematico, coinvolgendo fino a una dozzina di droni – veicoli aerei senza pilota di circa sette metri, in grado di volare a 160 km/h ad altitudini superiori ai mille metri.

Già in occasione dell'incidente del “pallone-spia” cinese del passato anno, le forze armate statunitensi avevano dimostrato di essere impreparate. La mancanza di previsioni e spiegazioni ufficiali sull'origine e l'utilizzo di questi droni solleva preoccupazioni significative. Prendere provvedimenti, come abbattere i droni o analizzarne i resti, risulta complesso a causa delle limitazioni interne, mirate a salvaguardare la sicurezza della navigazione aerea civile. Ad esempio, l'uso di tecnologie di guerra elettronica per interferire con i sistemi di pilotaggio dei droni è spesso escluso, dato il rischio di compromettere reti Wi-Fi fondamentali per servizi di emergenza. Un'altra opzione, rappresentata dall'energia diretta – uno sviluppo tecnologico recente che potrebbe disattivare i droni –, è ostacolata dalle normative aeronautiche, che temono potenziali impatti sugli aerei passeggeri.

A complicare ulteriormente la situazione, le indagini in corso hanno portato all'arresto di un solo individuo: Fengyun Shi, uno studente cinese dell'Università del Minnesota, accusato di manovrare un drone vicino alla base aerea di Langley. Tuttavia, durante il processo non è emersa alcuna prova concreta di un legame tra lui e le attività di spionaggio cinesi, risultando in una condanna di sei mesi in carcere Federale. Il giudice ha apertamente espresso insoddisfazione riguardo alle motivazioni reali di Shi e alla natura esatta della sua attività.

Il Congresso degli Stati Uniti ha finalmente iniziato a prendere in considerazione la necessità di rivedere le leggi esistenti in risposta a queste nuove ed emergenti minacce. Nel frattempo, la vulnerabilità del Pentagono è sotto gli occhi di tutti: al momento è più semplice intercettare droni utilizzati dagli Houthi nello Yemen che non proteggere le fondamentali basi militari americane dallo spionaggio nei propri confini.