Nazionale

Sciopero Generale e Conflitto con il Governo Meloni: Sindacati in Prima Linea

2024-11-11

Autore: Giovanni

Il grande sciopero generale è confermato e si avvicina. L'incontro che si è svolto tra il governo e i leader sindacali delle maggiori confederazioni, tra cui Cgil, Cisl e Uil, è stato carico di tensione e ha portato a scarsi risultati. A solo una settimana dalla convocazione iniziale, saltata a causa delle problematiche di salute della Premier Giorgia Meloni, le posizioni delle due parti si sono dimostrate inamovibili. Il governo ha dichiarato che le possibilità di modificare le questioni relative a sanità, pensioni, e le risorse per il Sud sono molto limitate, negando anche ogni possibilità di tassazione sui patrimoni per recuperare risorse. Cgil e Uil hanno così ribadito il loro sciopero programmato per il 29 novembre, mentre Usb ha attuato la mobilitazione per il 13 dicembre.

Maurizio Landini, leader della Cgil, ha dichiarato: "L'unica spesa in aumento è quella per le armi e per la difesa, mentre gli investimenti in sanità e istruzione sono trascurati. La produzione industriale è in calo da venti mesi e questo è inaccettabile." Pierpaolo Bombardieri della Uil ha aggiunto che, nonostante ci possa essere qualche apertura, le scelte che riguardano salari e pensioni rimangono immutate.

Durante l'incontro, Landini e Bombardieri hanno portato regali simbolici alla Premier: una calcolatrice e il libro "L'uomo in rivolta" di Camus. Questi doni segnano l'urgenza di affrontare il problema delle ingiustizie sociali. Meloni, invece, ha risposto attaccando i leader sindacali, affermando che quando il governo trovava risorse per sostenere banche e assicurazioni, nessuno parlava di ribellione sociale.

La discussione è anche passata per le misure sulle pensioni minime, che aumenteranno di soli 3 euro al mese. Meloni ha difeso le scelte del suo governo, affermando che, nonostante le difficoltà, il Fondo sanitario nazionale crescerà da 126 miliardi nel 2022 a 136,5 miliardi nel 2025. Tuttavia, questo aumento non tiene conto del rapporto con il PIL e dei rischi di disavanzi regionali.

Non è mancato un attacco al Superbonus, una misura attualmente sotto scrutinio, ma Meloni ha omesso di ricordare che il suo partito ha sostenuto le proroghe del provvedimento. Ha parlato di "debiti" gravosi che pesano sui conti pubblici, con l'operazione del Superbonus definita come una delle più grandi distribuzioni di reddito regressiva nella storia d'Italia. Ha affermato che con le risorse destinate al Superbonus, si sarebbero potuti fare investimenti ben più efficaci per scuole, salute e aumento dei salari.

Alla luce di queste tensioni, gli italiani si preparano a una serie di mobilitazioni che richiamano l'attenzione sui temi cruciali per il futuro del Paese. La domanda è: quali conseguenze porterà questo scontro tra governo e sindacati nella vita quotidiana degli italiani?