Sciopero storico di medici e infermieri: dimissioni di massa all'orizzonte?
2024-11-20
Autore: Francesco
In un clima di crescente tensione, medici e infermieri hanno fatto sentire la loro voce durante lo sciopero nazionale di 24 ore, organizzato da Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Nursing Up. Le richieste di "rispetto" e le urla di "vergogna" nei confronti del governo si sono levate forte e chiare in Piazza Santi Apostoli a Roma. I sindacati avvertono che, se la situazione non cambierà, si procederà con le dimissioni di massa.
Le stime fornite dai sindacati parlano di un'adesione all'85%, mentre il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato al Tg1 che verificherà domani i dati ufficiali, prognosticando probabilmente numeri inferiori. Tuttavia, l'adesione è stata molto diversificata sul territorio: in Veneto è rimasta sotto il 5%, mentre l'Umbria ha mostrato una forte "adesione morale", con medici che, pur di non penalizzare i pazienti, si sono presentati al lavoro rinunciando al pagamento.
Schillaci ha anche sottolineato come il suo governo abbia investito massicciamente nella sanità, con oltre 35 miliardi di euro stanziati nei prossimi cinque anni, aumentando le indennità per i medici e introducendole anche per gli infermieri. Le dichiarazioni della leader del PD, Elly Schlein, che ha accusato l'esecutivo di smantellare la sanità pubblica, sono state respinte dal ministro come mera propaganda. Nonostante ciò, la Federazione delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) ha riferito di disagi limitati, segnalando però che circa 1,2 milioni di prestazioni sanitarie sono state annullate, compresi 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche. Solo le prestazioni di emergenza sono state garantite.
"Se siamo qui in piazza, lo facciamo per i pazienti", ha affermato Pierino Di Silverio, segretario di Anaao, evidenziando il crescente disagio all'interno degli ospedali. Circa mille professionisti della salute, armati di bandiere e determinazione, hanno manifestato nonostante la pioggia, esprimendo le loro rivendicazioni: stipendi inadeguati, strutture obsolete e un'assistenza medica insufficiente sul territorio. Passando in rassegna quindici anni di disinvestimenti nella sanità, denunciando l'elemosina di 14 euro extra al mese per i medici e 7 per gli infermieri, i sindacati avvertono che il futuro della sanità pubblica è a rischio.
La protesta non si fermerà oggi: sono annunciati futuri scioperi e forme di protesta estreme, con minacce di dimissioni di massa. I professionisti si sono rivolti anche al premier Giorgia Meloni, chiedendo un incontro urgente per discutere investimenti adeguati e un rilancio reale del Sistema Sanitario Nazionale. Anche i medici di famiglia della Fimmg si sono schierati a favore della causa, dichiarando la loro disponibilità a scendere in campo se necessario.
Le drammatiche statistiche rivelano che 4,5 milioni di italiani rinunciano alle cure per le lunghe liste d'attesa e 2,5 milioni non possono permettersele per motivi economici. Dalla parte opposta, il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia, Alfredo Antoniozzi, ha espresso la propria posizione sullo sciopero, affermando il massimo impegno del governo per migliorare la situazione.