Un nuovo studio ha rivelato un capitolo sorprendente della storia climatica della Terra: durante l'inizio dell'Olocene, circa 11.000 anni fa, i mari del nostro pianeta si sono innalzati a un ritmo sbalorditivo, superando il metro per secolo.

Questa scoperta è il risultato di un'indagine condotta da un team internazionale di scienziati che ha esaminato i depositi di torba sommersi nel Mare del Nord, precisamente nella zona che un tempo ospitava Doggerland, la terra emersa che collegava l’attuale Gran Bretagna all'Europa continentale.

Il punto focale dello studio riguarda due periodi di impennata del livello del mare, verificatisi attorno a 10.300 e 8.300 anni fa, causati dallo scioglimento accelerato delle calotte glaciali, che ha portato a un'espansione rapida degli oceani. Utilizzando avanzate tecniche di datazione al radiocarbonio e modelli climatici, i ricercatori hanno potuto calcolare con maggiore accuratezza l'innalzamento marino post-glaciale, che si è attestato intorno a circa 38 metri.

Oggi, a differenza di allora, non sono più le forze naturali a determinare questo cambiamento, ma l'azione dell'uomo. Le emissioni di gas serra stanno sciogliendo le calotte polari a un ritmo preoccupante e gli scenari peggiori previsti dall'IPCC indicano un innalzamento del livello del mare simile a quello che abbiamo già vissuto nel passato. Ora, però, le nostre città, economie e infrastrutture costiere sono molto più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

Marc Hijma, geologo e autore principale dello studio, sottolinea l'importanza di comprendere gli eventi che si sono verificati dopo l'ultima era glaciale per affrontare le sfide climatiche attuali. Questa ricerca non solo ci offre uno sguardo approfondito sulle dinamiche storiche del livello del mare, ma mette anche in guardia sulla necessità urgente di mitigare i cambiamenti climatici per proteggere le future generazioni.

Rimanete informati, il futuro del nostro pianeta dipende dalle decisioni che prendiamo oggi!