Nazionale

"Sionisti come le SS": la protesta pro-Palestina divampa a Udine

2024-10-14

Autore: Maria

(Nostro inviato a Udine) Le bandiere palestinesi sventolano al vento, affiancate da un cartello che riporta un numero impressionante: 103.840 morti, un dato sicuramente gonfiato. Questa cifra supera quella fornita da Hamas, che chiaramente ha un interesse nel conflitto. La piazza inizia a riempirsi lentamente, con un gruppo di giovani provenienti da centri sociali e movimenti di sinistra che esprimono il loro discontento: "La Schlein non fa nulla e Bonaccini è uguale". Sono le 16, e la tensione è palpabile mentre la manifestazione prende forma. "Boicotta l'apartheid di Israele" recita uno striscione, mentre un altro, con una grafica inquietante, scrive "Stop SSionismo", accostando l'ideologia sionista a quella del regime nazista. I manifestanti sostengono che ci sia una linea sottile tra essere antisionisti e antisemiti.

Poco prima dell'inizio della manifestazione, un uomo con lunga barba e cappello verde si fa sentire: "Non vogliamo la pace! Il pacifismo è inaccettabile quando un genocidio è in corso!". Al suo grido di "Viva la resistenza palestinese!", una ragazza gli chiede di fermarsi, evidenziando le divisioni presenti all'interno del corteo.

"Il 7 ottobre è solo una giustificazione per il silenzio generale" affermano alcuni manifestanti, mentre una donna difende la lotta armata dei palestinesi: "Non si tratta solo di Hamas, ma della loro resistenza, che è fondamentale". La confusione ideologica emerge quando un'altra partecipante, baciando una bandiera dalle quattro colorazioni, dichiara: "Gli ebrei si comportano come Hitler, ma contro i palestinesi". Lo striscione che apre il corteo, intanto, urla: "Diamo un calcio all'apartheid, fuori Israele dalla Fifa!". Le note dell'inno palestinese risuonano nell'aria.

Uno dei promotori della manifestazione, un palestinese, sostiene che il 7 ottobre è il risultato delle violenze perpetrate da Israele, descrivendo il Paese come "una colonia americana, l'ultimo bastione". Mentre proclamano: "Noi palestinesi siamo gli abitanti originari di queste terre, gli invasori vengono da Europa e America", la coesistenza di striscioni pacifisti e di aspirazioni radicali emerge chiaramente.

Cominciano i cori: "Cantano i popoli in rivolta, scrivono la storia. Intifada fino alla vittoria!". La folla formula insulti contro figure politiche italiane: "Meloni, Meloni vaffanculo!". Critiche virulente vengono lanciate contro chi considerano nemico: "America bastarda, America assassina dal Donbass alla Palestina". Anche la NATO viene messa nel mirino con slogan ripetuti: "Basta con la guerra, fuori la NATO dalla nostra terra!". I rappresentanti della Casa del Popolo di Gorizia si uniscono al coro, sottolineando di essere colpiti da "quello che succede a Gaza da 80 anni", definendo Israele "uno Stato terrorista" e accusa le sue forze armate di usare tecniche genocidi.

La manifestazione di Udine segna un momento cruciale nel dibattito pubblico italiano sul conflitto israelo-palestinese, un tema che polarizza le opinioni e incita a fratture ideologiche all'interno della società. Questi eventi evidenziano la crescente risonanza delle questioni palestinesi anche in Italia, rendendo chiara la necessità di un dialogo aperto e costruttivo sul futuro della regione: il dramma della guerra continua a riempire le piazze e a far battere i cuori di chi sogna la pace.