Siria, nel carcere di Sednaya uccise dalle 50 alle 100 persone al giorno
2024-12-11
Autore: Maria
Le terribili rivelazioni emergono dal carcere di Sednaya, un luogo già tristemente noto per le torture e le uccisioni di prigionieri politici. A pochi chilometri da Damasco, questa prigione ha rappresentato un vero e proprio inferno per migliaia di detenuti. Le immagini rilasciate dai ribelli jihadisti, dopo la caduta del regime di Assad, mostrano le atrocità di cui eravamo all'oscuro.
La Rivoluzione in Corso
Con la caduta di Assad, migliaia di familiari si sono radunati attorno alla prigione in cerca di notizie sui propri cari, molti dei quali erano dati per dispersi. La folla, composta da donne e bambini, attende speranzosa di rivedere i propri familiari, con auto parcheggiate su un lungomare di oltre sette chilometri.
La Terribile Storia del Carcere
Amnesty International ha definito Sednaya come un "mattatoio umano". Negli anni passati, migliaia di prigionieri sono stati giustiziati o sono morti a causa di torture bestiali, malnutrizione o assenza di assistenza medica. Secondo le stime, tra il 2011 e il 2018, più di 30.000 persone avrebbero perso la vita all'interno di queste mura, con ulteriori 500 morti documentati tra il 2018 e il 2021. Questo triste patrimonio di morte e sofferenza è ora oggetto di indagini e ricerche da parte di organizzazioni internazionali.
I Liberatori
Dopo la conquista del carcere, i ribelli hanno annunciato la liberazione di tutti i detenuti ingiustamente incarcerati. Tuttavia, la notizia del loro rilascio non fa sparire il dolore e la sofferenza di chi ha perso familiari in circostanze tragiche.
L'Attivista Dimenticato
Uno dei casi più emblematici è quello di Mazen al-Hamada, un attivista noto per la sua voce coraggiosa contro il regime di Assad. Dopo essersi rifugiato nei Paesi Bassi, al ritorno in Siria nel 2020, è stato arrestato nuovamente e, secondo recenti rapporti, il suo corpo è stato ritrovato nel carcere di Sednaya, con segni evidenti di torture. La sua storia rappresenta solo una delle tante voci che gridano giustizia in questo conflitto senza fine.
L'Appello alla Comunità Internazionale
Con la riapertura dei cancelli del carcere, il mondo intero è invitato a guardare la realtà di ciò che è accaduto. Le famiglie delle vittime e degli scomparsi chiedono chiaramente giustizia e risposte riguardo al destino dei loro cari. Ogni giorno che passa senza una vera indagine e senza il riconoscimento delle vittime, la possibilità di un vero processo di pace in Siria rimane lontana. Ora più che mai, le nazioni del mondo devono unirsi per affrontare le atrocità commesse in questo territorio martoriato.