SOS Infermieri: L'India Invierà 10mila Professionisti, ma Sindacati Avvertono: "Corriamo Rischi!"
2024-11-09
Autore: Maria
L'Italia si trova a fronteggiare una grave crisi nel settore sanità, con una carenza di personale infermieristico che tocca livelli allarmanti. Per far fronte a questa emergenza, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato l'arrivo di diecimila infermieri dall'India. Questa iniziativa prevede il reclutamento diretto degli infermieri delle Regioni italiane, simile a quanto già realizzato in Lombardia con professionisti provenienti dall'America Latina. Sebbene l'intenzione sia di garantire maggiore autonomia alle varie regioni per affrontare le proprie necessità, la manovra ha suscitato preoccupazioni tra i sindacati e gli ordini professionali.
Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, ha messo in guardia: "Questa è solo una toppa sopra un buco profondo. Invece di risolvere le cause strutturali della carenza di personale, il governo preferisce iniettare risorse esterne, mentre le condizioni lavorative degli infermieri italiani rimangono inadeguate." In effetti, il contratto di lavoro 2022-2024 è ancora in fase di discussione e il governo potrebbe già intervenire sugli stipendi, un passo cruciale per fermare l'emorragia di infermieri che scelgono di lavorare all'estero.
La situazione è drammatica: attualmente, ci sono 455mila infermieri iscritti in Italia, ma solo 300mila lavorano nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN), il che si traduce in soli 6,2 infermieri ogni mille abitanti, ben al di sotto della media europea di 8,2. Si stima che manchino circa 65mila infermieri per soddisfare le esigenze attuali, e ulteriori 20mila potrebbero essere necessari per le cure territoriali, come indicato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Il futuro non sembra roseo: entro i prossimi dieci anni, ci saranno ben 18mila pensionamenti all'anno, aggravati da una diminuzione del numero di laureati in infermieristica, che si attesta a soli 17 ogni centomila abitanti rispetto ai 43 dell'Unione Europea. I giovani scoraggiati dalle difficoltà lavorative e dagli stipendi più bassi del 24% rispetto alle medie OCSE hanno iniziato a cercare opportunità altrove, contribuendo così a un flusso migratorio di professionisti ben formati, stimato in 30mila unità che, una volta formati in Italia, ora operano all'estero, causando un costo notevole per il paese.
Quello che aggiunge ulteriore tensione a questa situazione è l'aumento degli episodi di violenza nei confronti degli infermieri; nel 2023, il 40% degli infermieri ha riportato esperienze di aggressione verbale o fisica, un aumento allarmante rispetto all'anno precedente. E questo clima di insicurezza non fa altro che spingere sempre più professionisti a lasciare il campo. Al momento, oltre 38mila infermieri stranieri operano in Italia, ma la preoccupazione è alta per la qualità dell'assistenza offerta ai pazienti. Come spiega De Palma: "Se un paziente anziano non riesce a comunicare i suoi sintomi in modo chiaro con un infermiere che non parla fluentemente la lingua, a chi andremo a togliere risorse?".
Siamo di fronte a una crisi che richiede misure urgenti e efficaci. La protesta nazionale prevista per il 20 novembre diventerà una piattaforma per far sentire la frustrazione di molti e richiedere un cambiamento tangibile. La salute degli italiani dipende dalla capacità di trovare soluzioni sostenibili e durature per il nostro sistema sanitario.