Finanze

Stellantis sotto mezzo milione di veicoli: un 2024 da incubo per l'industria automobilistica italiana

2025-01-03

Autore: Maria

La produzione di Stellantis in Italia crolla vertiginosamente, subendo un calo del 36,5% rispetto al 2023, e scivolando sotto la soglia dei 500.000 veicoli, con meno di 300.000 solo per le autovetture. Questo rappresenta un ritorno ai livelli degli Anni Cinquanta, evidenziando una contrazione di oltre il 45%. Secondo il Report della Fim Cisl, la situazione negli stabilimenti Stellantis è preoccupante, con flessioni che oscillano tra il 21% di Pomigliano e oltre il 70% per i poli di Mirafiori e Modena, accompagnati da chiusure prolungate in tutte le fabbriche italiane del Gruppo.

Il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, sottolinea che «il calo dei volumi è significativo in tutti gli stabilimenti. Ad Atessa, dove si producono veicoli commerciali, il calo è stato più contenuto, solo del 16%. Tuttavia, ciò si traduce in 38.000 veicoli commerciali in meno rispetto al 2023».

Nel secondo semestre dell’anno, la situazione si è ulteriormente aggravata, con oltre 20.000 lavoratori in cassa integrazione o contratti di solidarietà, raggiungendo in media uno su due nel settore.

Le prospettive per il 2025 sono altrettanto buie. «Il 2024 si conferma un anno nero per l'automotive in Italia; il 2025 non mostrerà miglioramenti significativi. Solo nel 2026 si comincerà a vedere un'inversione di tendenza, con Stellantis che prevede un aumento del 50% nella produzione, riportandoci ai livelli del 2023», spiega Uliano, che ripercorre i momenti cruciali degli ultimi mesi: dallo sciopero del 18 ottobre all’incontro mancato con Carlos Tavares, fino alle dimissioni dell’amministratore delegato e all’incontro del 17 dicembre, durante il quale il precedente piano industriale è stato rivisitato. Da Pomigliano è stata assegnata la piattaforma Small per la futura produzione di modelli compatti.

Tuttavia, non mancano le incertezze: restano aperte molte questioni riguardanti i volumi produttivi, i tempi per i nuovi lanci e il futuro della fabbrica di Termoli, dove si sperava di sviluppare una Gigafactory in Italia. L’industria automobilistica italiana è di fronte a uno dei suoi periodi più sfidanti: “Cosa succederà dopo?” diventa una domanda sempre più urgente per i lavoratori e le famiglie coinvolte in questo dramma industriale.