Intrattenimento

Tragedia nel mondo del culturismo: il bodybuilder sudcoreano Park Seung-hyun trovato morto a 35 anni

2025-01-08

Autore: Marco

Un grande lutto ha colpito il mondo del culturismo con la tragica scomparsa del 35enne bodybuilder e influencer sudcoreano Park Seung-hyun. Morto improvvisamente per motivi che rimangono indefiniti, il fratello ha reso noto il suo decesso sui social, parlando di "motivi di salute". La sua morte ha acceso preoccupazioni legate a un gesto estremo, soprattutto considerando il suo passato con gli steroidi e le sue navigazioni tra sfide professionali e personali.

Park Seung-hyun, noto per il suo carisma e la sua presenza sui social media, era un punto di riferimento nel suo paese, accumulando centinaia di migliaia di follower. La sua vita non è stata priva di ostacoli: dopo aver ammesso in passato l'uso di sostanze anabolizzanti, si era impegnato in campagne pro salute, ma le difficoltà finanziarie lo avevano costretto a chiudere il suo canale YouTube, fonte di grande visibilità e reddito.

Due giorni prima della sua morte, Park ha condiviso un post straziante: "Sia la passione che gli obiettivi sono svaniti... Mi sento molto solo…". Questo messaggio ha fatto sorgere interrogativi sulla sua salute mentale e sul profondo isolamento che molti atleti possono affrontare, anche quando sembrano raggiungere il successo.

Il 5 gennaio 2025, suo fratello ha confermato il decesso su Instagram: "A causa di motivi di salute, mio fratello Seung-hyun è andato in paradiso. La nostra famiglia è profondamente addolorata. Pregate per il suo riposo eterno". La famiglia ha mantenuto riserbo sulle cause precise della morte, ma secondo alcune fonti, pochi mesi prima, Park aveva rivelato le sue battaglie contro la depressione, ammettendo di aver intrapreso cure psichiatriche, una confessione che ha colpito molti.

La vicenda di Park Seung-hyun riflette la pressione incessante che molti atleti professionisti devono affrontare, bilanciando aspettative elevate, salute mentale e stabilità finanziaria. La sua morte sottolinea l'importanza di un dialogo aperto riguardo le sfide psicologiche degli atleti, spesso invisibili fino a che non è troppo tardi. Questa tragica perdita invita tutti a riflettere sul benessere mentale in ambito sportivo e sulle risorse necessarie per supportare una comunità così vulnerabile.