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Transnistria al freddo: fabbriche chiuse e razionamento energetico, ma la regione filorussa rifiuta l'aiuto europeo

2025-01-04

Autore: Matteo

La Moldavia sta affrontando un inverno rigido, aggravato dal taglio delle forniture di gas russo alla Transnistria, una regione separatista che continua a resistere a offerte di energia dall'Europa. Il primo ministro moldavo, Dorin Recean, ha descritto la situazione come una "crisi di sicurezza", enfatizzando le difficoltà che la popolazione sta affrontando a causa del freddo intenso. La Transnistria, che conta circa 450.000 abitanti, ha chiuso le fabbriche e ha imposto razionamenti energetici, con black-out programmati che colpiscono vari distretti tra le 18:00 e le 22:00.

Le fabbriche in Transnistria, già in difficoltà economica, ora devono affrontare l'inasprimento delle misure energetiche mentre il governo moldavo cerca di far fronte alla mancanza di gas. La situazione è peggiorata dopo che Gazprom ha interrotto le forniture dirette, costringendo la Moldavia a rivalutare le sue strategie energetiche. Recean ha dichiarato che il paese farà affidamento su fonti di energia nazionali e importazioni, ma ha sottolineato come anche la Transnistria sia stata colpita duramente da questa decisione.

Il presidente autoproclamato della Transnistria, Vadim Krasnoselsky, ha dichiarato che le interruzioni di corrente erano inevitabili e che la regione avrebbe avuto riserve limitate di gas. In risposta alle difficoltà, la Moldavia ha iniziato a cercare accordi alternativi per l'energia, compresi forniture dalla Romania. Tuttavia, la Transnistria ha rifiutato le offerte di aiuto per l'acquisto di gas dall'Europa, sostenendo che le sue forniture di gas russo potrebbero riprendere.

Questa resistenza a diversificare le fonti energetiche ha suscitato preoccupazioni. Recean ha avvertito che il gas è diventato un'arma geopolitica, con l'obiettivo di destabilizzare ulteriormente la Moldavia e militarizzare la sua zona di confine con l'Ucraina. La Moldavia ha un presidente filoeuropeo, Maia Sandu, e si appresta ad affrontare le elezioni parlamentari questa estate, nel tentativo di intensificare il percorso verso l'integrazione con l'Unione Europea.

Intanto, la Transnistria continua a mantenere una situazione di quasi indipendenza, aiutata dalla presenza di oltre 1.000 soldati russi sul suo territorio. Krasnoselsky ha insistito sulla necessità di mantenere i legami commerciali con Mosca, affermando che passare a fornitori alternativi significherebbe affrontare prezzi più alti e incerti.

Il governo moldavo ha messo a punto un piano per forme alternative di fornitura energetica, tra cui l'uso di biomassa e generatori, ed è pronto a fornire aiuti umanitari. Ciononostante, la Transnistria continua a chiudere le porte all'assistenza, alimentando ulteriormente le tensioni nella regione. Gli esperti avvertono che senza un cambiamento di rotta, la crisi energetica potrebbe peggiorare, lasciando molti moldavi al freddo.