
Travolta dalla frana: il racconto straziante di Federica che è sopravvissuta per miracolo
2025-03-23
Autore: Francesco
Vinci (Firenze), 23 marzo 2025 – Cammina ancora a fatica, con la schiena piegata dal dolore e gli occhi segnati dall'angoscia. Federica Candido, 48 anni, spezzina travolta da una frana mentre tornava a casa venerdì sera, racconta la sua incredibile esperienza, un miracolo di sopravvivenza che sembra uscito da un film drammatico. "Potevo morire", afferma con voce tremante, ma è grata a tutti coloro che l'hanno aiutata: dai vigili del fuoco ai soccorritori, fino al personale sanitario dell'ospedale San Giuseppe di Empoli, che l'hanno riportata alla vita dopo averla trovata in uno stato di grave ipotermia.
L'incidente è avvenuto in un momento di maltempo estremo, in una zona già colpita da frane nei giorni precedenti. Federica, che vive da poco in via Pistoiese per motivi di lavoro, ha deciso di ritornare a casa per recuperare degli effetti personali e occuparsi dei suoi gatti. Ma la sorte le riservava un dramma inaspettato. "Quando ho visto l'albero caduto, ho pensato di scegliere un percorso più sicuro e ho imboccato un'altra strada. Ma poi la terra ha cominciato a crollare sotto i miei piedi. Non potevo credere che stesse succedendo a me", racconta.
La frana ha inghiottito Federica mentre cercava di mantenere la calma. Ha conosciuto il terrore dell'ignoto: "Pensavo di precipitare nel fiume sottostante. Non sapevo cosa aspettarmi. Ho cercato di afferrare qualcosa per non cadere, ma il fango mi ha trascinata giù. In quel momento, la mia vita mi è passata davanti agli occhi", confessa.
Aggrappatasi a una radice, ha lottato per la sua vita. "Riuscire a chiamare i soccorsi è stata un’impresa. Ho dovuto scavare a lungo per raggiungere il cellulare nella mia tasca. È stata una lotta contro il tempo", afferma. La sua resilienza ha pagato: è riuscita a contattare il 112, informando gli operatori della sua drammatica situazione.
"Avevo solo un attimo di speranza e ho pensato alla mia nonna che mi protegge dall'alto", aggiunge con voce rotta.
Quando sono arrivati i soccorsi, l'intervento è stato complesso. "Ricordo i pompiere che mi sollevavano mentre altri lavoravano per liberarmi. Mi hanno portata in ospedale e mi hanno avvertita che avevo raggiunto una temperatura corporea critica – 34 gradi. Me la sono vista brutta, ma sono fortunata ad essere qui", commenta.
Federica ora si trova in convalescenza, ma la sua mente è già proiettata verso la possibilità di aiutare gli altri: "Voglio che la mia storia serva da monito. Dobbiamo vigilare sulle condizioni di sicurezza delle nostre strade e case. Ogni vita ha un valore inestimabile e non possiamo permettere che queste tragedie accadano ancora". La sua esperienza, dolorosa e toccante, ci invita a riflettere sull'importanza della prevenzione e della cura del territorio, per evitare che altre vite vengano messe in pericolo.