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Un salto "senza paracadute" per sopravvivere alla guerra

2024-12-07

Autore: Chiara

Chi non crede nella fortuna dovrebbe leggere questa incredibile storia di guerra, poco conosciuta ma straordinaria. Risale a una notte di quasi ottanta anni fa, precisamente nel marzo del 1944, nei cieli della Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. Un bombardiere Avro Lancaster della Royal Air Force, decollato dalla base di Witchford nel Cambridgeshire, era in missione per sganciare le sue bombe su Berlino. Dopo aver portato a termine il compito, il velivolo stava tornando a casa quando forti venti provenienti da nord lo allontanarono dalla rotta, portando l'intera formazione verso il pericoloso bacino industriale della Ruhr, un'area fortemente difesa dalla contraerea.

Il nostro Lancaster, il bombardiere quadrimotore più usato dagli inglesi, aveva un equipaggio di sette uomini e un carico mortale di bombe che variava tra i 5.000 e i 6.000 chili. Appartenente al No 115° Squadron, subì una serie di attacchi dalla flak tedesca e, infine, fu colpito da un caccia notturno nemico, un Junker Ju-88, che provocò un incendio a bordo. Nella parte anteriore dell'aereo, dove si trovava la maggior parte dell'equipaggio, si contarono delle vittime. Prima di perdere il controllo, il comandante, insieme al pilota, ordinò all'equipaggio di lanciarsi con i paracadute.

Ma qui entra in gioco la figura di Nicholas Alkemade, il mitragliere di coda del bombardiere. Per una sfortunata contingenza, il suo paracadute non era indossabile a causa dello spazio ristretto nel quale doveva operare. Quando realizzò che il suo paracadute era andato in fiamme, capì che la sua vita stava per giungere alla fine.

A soli 22 anni, Alkemade, originario del Norfolk e soprannominato "Werewolf" dai suoi compagni per i suoi baffetti, si lanciò nel vuoto da un'altezza di 18.000 piedi, equivalenti a oltre 5 chilometri, per sfuggire alle fiamme. Sebbene si pensi che chi sta per morire abbia il tempo di riflettere sulla propria vita, Nicholas si gettò senza esitazione. La sua attrezzatura da volo era già in fiamme e, mentre l'adrenalina scorreva nel suo corpo, il suo unico pensiero era fuggire e sperare di toccare terra al più presto.

E così accadde: il giovane mitragliere scivolò nel buio, verso quello che sembrava un inevitabile destino. Ma invece di trovare la morte, Nicholas atterrò su un cumulo di neve fresca, che attutì il suo impatto. La fortuna giocò a suo favore, e anche se si svegliò con un ginocchio dolorante, nonostante l'impatto, non necessitò di altro che di una settimana di ospedale per ristabilirsi. Un evento che molti definirebbero un miracolo.

La leggenda di Nicholas Alkemade non finisce qui. Dopo la guerra, tornò a una vita normale; si sposò, ebbe due figli e visse fino al 1987. Oggi, la sua storia è raccontata come un simbolo di sopravvivenza e audacia, ricordando che, anche nei momenti più bui, la fortuna può riservare sorprese inaspettate.