A Roma ritorna l'elettroshock: i fondi avrebbero potuto essere spesi diversamente
2024-12-07
Autore: Maria
A Roma, l'elettroshock, noto come Terapia Elettro Convulsiva (Tec), è tornato in uso grazie all'acquisto di un apparecchio di ultima generazione, il Trimathon IV, e alla formazione del personale dedicato al trattamento di pazienti con depressione maggiore resistente ai farmaci. In un periodo di un anno e cinque mesi, sono stati trattati solo 20 pazienti. Questa terapia, inventata in Italia negli anni '30, utilizza scosse elettriche al cervello per indurre convulsioni e attualmente viene effettuata in condizioni di anestesia controllata. La decisione di ripristinarne l'uso a Roma è stata presa da Giuseppe Nicolò, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl Roma 5, che ha ricevuto un finanziamento di 1,6 milioni di euro dalla Conferenza Stato-Regioni.
Tuttavia, sorgono interrogativi sull'opportunità di questo acquisto. Giovanni Rossi, ex direttore del dipartimento di Salute Mentale di Mantova e presidente dell'associazione Club Spdc No-Restraint, critica l'uso dei fondi per l'acquisto della Tec, sottolineando che non è conforme agli obiettivi previsti dalla Conferenza del 2022, che puntava principalmente a ridurre la contenzione meccanica. Rossi segnala anche come gli studi scientifici più recenti abbiano evidenziato la debolezza metodologica delle ricerche a supporto dell'efficacia della Tec, dando risalto a miglioramenti modesti e ai rischi associati, tra cui gravi problemi di memoria e, in rari casi, morte.
Nonostante le critiche, Nicolò difende la decisione, affermando che la Tec è una terapia salva-vita utilizzata per i pazienti per i quali i farmaci hanno fallito. Il macchinario è stato finanziato con 61.000 euro e destinato al Dipartimento di Salute Mentale, con l'intenzione di servire le necessità della Residenza per la Libertà Vigilata (Re.Li.Vi.), che però non è mai stata aperta.
La situazione della Re.Li.Vi. è diventata un vero e proprio giallo. Il progetto, inizialmente previsto con un costo di 1.253.500 euro, ha subito un blocco a causa di problemi strutturali e Nicolò ha ammesso che non ci sono stati sviluppi significativi. Con circa 6,5 milioni di euro stanziati per la salute mentale nel Lazio, la Asl Roma 5 ha ottenuto oltre 1,6 milioni di euro, ma la destinazione dei fondi rimane poco chiara. Fino ad ora, la Asl non ha fornito spiegazioni su come i fondi siano stati spesi, mentre il ministero della Salute ha negato l'accesso alle informazioni senza il consenso delle regioni.
È evidente che l'elettroshock ritorna al centro del dibattito sulla salute mentale e sull'uso pubblico delle risorse destinate alla cura, con un richiamo urgente alla necessità di trasparenza e riforme.