Intrattenimento

Achille Lauro: «Io pazzo fuori controllo. Non si sa mai come interpretare Manuel Agnelli. La Furia? Veniamo dalla stessa culla»

2024-10-08

Autore: Maria

«Sognavo di diventare quello che sono oggi». Achille Lauro celebra con entusiasmo il suo decennale nella musica con un doppio concerto a Milano e Roma, durante il quale ripercorre i suoi successi più noti e lancia alcuni spoiler sul suo atteso nuovo album «Ragazzi Madre - L’Iliade», previsto per il 2025. «Ho chiuso un cerchio e ne ho aperto uno nuovo. Il nuovo mondo unirà grande canzone ed elettronica», aggiunge.

Nato come rapper, Lauro ha poi esplorato il punk rock con brani iconici come «Rolls Royce», ma le sue ballad romantiche come «16 marzo» e «C’est la vie» continuano a catturare il pubblico.

«La mia sensibilità deriva da un ambiente complesso. Anche nel rap esprimevo sempre sentimenti e tragedie, magari travestiti da altro», spiega.

Il suo ultimo singolo, «Amore disperato», è un’altra ballad che racconta una esperienza vissuta. «Non sono uno scrittore, mi sento un fotografo documentarista. È una dedica a una persona importante con cui ho condiviso molto, nonostante le difficoltà», racconta commosso. La canzone affronta temi di amore e conflitto, ma Lauro chiarisce: «Non è un gesto reale, è una metafora delle difficoltà della vita».

Quando gli si chiede di scegliere un ricordo significante di questi dieci anni, risponde: «La tutina del secondo Sanremo e quel sorriso da figlio di puttana... Mi rappresenta come sono: sempre fuori luogo, un battitore libero».

Riguardo a un possibile ritorno al Festival di Sanremo, Lauro non esclude nulla: «Dipende dalla canzone». Attualmente, è anche uno dei giudici di «X Factor» su Sky, dove, nonostante un’apparente riservatezza, è pronto a esprimere giudizi incisivi: «Poche parole ma definitive, lapidarie».

Il pubblico lo definisce con un termine che suscita dibattito: «senato». Ma se alla fine è lui a decidere, non rischia di essere considerato un dittatore? Lauro risponde: «Sono un umile operaio al servizio della musica. Quello che conta è se l’anno prossimo ci saranno ancora più ragazzi ai casting».

La giuria del talent show crea un bel clima di collaborazione, e Lauro riflette su come eventuali tensioni vengano gestite: «Il tempo delle litigate in tv è finito». Sull’interpretazione di Manuel Agnelli, dice: «Me lo immagino dire: ‘ma da dove ca... sei uscito?’, lasciando sempre un’interpretazione ambivalente». Infine, riguardo a Jake La Furia, Lauro riconosce la loro origine comune nel rap, mentre su Paola Iezzi afferma: «Riconoscerà il physique du rôle della popstar. Sono disegnabilissimo».

Rivolgendosi al suo io passato, Lauro dice: «Questo è un pazzo fuori controllo, lo faccio passare. Sono attratto da chi è strano».

Al concerto, il suo abbigliamento diverso da quello di Sanremo riporta a una parte più autentica di lui: «Non ho una faccia da Prima comunione. Con questa faccia posso permettermi tutto. X Factor non è un contenitore in cui sono protagonista, sono come nella vita quotidiana: o elegante o casual».

Lauro ha anche annunciato la nascita della propria fondazione, «Ragazzi madre», dedicata ad aiutare i giovani in difficoltà: «Da ragazzo di strada a filantropo, ho fatto un bel passaggio. Sono fortunato, vivo ciò che la gente sogna mentre affronta problemi reali. Non dimentichiamo da dove veniamo».

Cosa riserva il futuro? «Fra dieci anni voglio essere la cosa più grande successa nella musica. Dopo aver esplorato tutti i generi, desidero avere una band, come gli Oasis o i Radiohead. Sto cercando il mio posto nell’Olimpo della musica: in Italia non ci sono altri come noi».

Achille Lauro, quindi, si prepara a scrivere nuovi capitoli della sua carriera, continuando a stupire e a emozionare il suo pubblico.